Porte chiuse alle donne per il sacerdozio: "Il Papa non ha fatto nulla per noi"

"La Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale”, dice il pontefice. La studiosa Scaraffia: "Il Papa ha fatto crescere molte speranze in noi, ma ci ha deluso"

Papa Franscsco
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12 Gennaio 2021 - 09.42


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Nessun via libera per il sacerdozio aperto anche alle donne da parte del Vaticano.

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Papa Francesco ha infatti solamente stabilito con un Motu proprio che i Ministeri del Lettorato e dell’Accolitato siano d’ora in poi aperti anche alle donne, in forma stabile e istituzionalizzata con un apposito mandato. Le donne che leggono la Parola di Dio durante le celebrazioni liturgiche o che svolgono un servizio all’altare in realtà già ci sono con una prassi autorizzata dai vescovi. Fino ad oggi però tutto ciò avveniva senza un mandato istituzionale vero e proprio.

Aprire ufficialmente le porte alle donne nel Lettorato e nell’Accolitato non significa che potranno diventare sacerdoti, precisa Papa Francesco facendo proprie le parole di Giovanni Paolo II: “Rispetto ai ministeri ordinati la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale”.

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Ma per i ministeri non ordinati ”è possibile, e oggi appare opportuno, superare tale riserva – spiega il Papa – Questa riserva ha avuto un suo senso in un determinato contesto ma può essere ripensata in contesti nuovi”.

 “La scelta di conferire anche alle donne questi uffici, che comportano una stabilità, un riconoscimento pubblico e il mandato da parte del vescovo, rende più effettiva nella Chiesa – spiega lo stesso Papa Francesco in una lettera al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Lusi Ladaria – la partecipazione di tutti all’opera dell’evangelizzazione”. Rilanciando le sue parole dell’Esortazione Apostolica ‘Querida Amazonia’ il Pontefice aggiunge: “Questo fa anche sì che le donne abbiano un’incidenza reale ed effettiva nell’organizzazione, nelle decisioni più importanti e nella guida delle comunità ma senza smettere di farlo con lo stile proprio della loro impronta femminile”.

“Una vera delusione” commenta amareggiata Lucetta Scaraffia. “Nessuna donna può gioire di questo Motu proprio” dice la studiosa che da sempre si batte per un concreto riconoscimento delle donne nella Chiesa.

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“In questo modo di fatto – osserva Scaraffia – si è chiusa la questione del diaconato: l’unica vera richiesta che le donne hanno fatto, perché il diaconato è stato messo in un altro settore insieme al sacramento dell’ordine. È stato concesso alle donne il lettorato e l’accolitato che sono due ministeri che le donne fanno dal Concilio Vaticano II. Persino nelle messe del Papa ci sono. Il fatto che arrivi il riconoscimento ufficiale di questo ruolo non è una cosa così necessaria. Oltretutto – fa notare Scaraffia – un riconoscimento istituzionale del vescovo significa anche controllo, quindi le donne, di fatto, vengono selezionate e scelte dalle gerarchie ecclesiastiche mentre fino ad ora c’era una libertà maggiore. Il Papa ha fatto nascere tante speranze in noi, a me per prima, poi non fa nulla di sostanziale per le donne. Nessuna donna può gioire di questo motu proprio, è una vera delusione”.

 

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