Anche Fontana si arrende: da lunedì la Lombardia ritorna in zona rossa

La regione si trova a 312 contagiati ogni 100mila. Il governatore Fontana: "Stiamo soffrendo e la tensione negli ospedali è tanta. Ne usciremo"

Attilio Fontana
Attilio Fontana
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12 Marzo 2021 - 11.46


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Dal prossimo lunedì le misure si faranno più stringenti, con tre quarti dell’Italia in zona rossa per difendersi dall’assalto delle varianti Covid.

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Tra queste anche la Lombardia, che cambia colore per la 16esima volta in 5 mesi.

Una tinta in più, comunque una tinta, rispetto all’arancione rinforzato che da una settimana ha già stretto la vita sociale al minimo necessario.

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Per contenere la ripresa della circolazione del virus, il Cts da settimane ha chiesto automatismi. Su tutti (almeno) uno: la zona rossa quando si superano i 250 casi settimanali su 100 mila abitanti.

Lo avevano già spiegato ieri alle Regioni i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini. La Lombardia da qualche giorno, ha superato abbondantemente questa quota, raggiungendo 312. Una progressione lenta, ma continua, ovviamente spinta dall’esplosione di casi nel Bresciano, ma che si sta allargando sul resto del territorio, in particolare nella zona dei laghi.

Lo dimostra anche l’andamento di un’altra curva, a suo tempo ancor più decisiva: quella dell’Rt, che per sintomi sarebbe ormai salita tra 1,28 e 1,32.

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Un dato, anche questo, per l’intera forbice al di sopra del cut-off considerato da fascia rossa dal governo.

Resta il vizio antico di questo indice che misura la velocità del contagio, che risulta «vecchio», perché calcolato sulla settimana scorsa.

Uno spaccato che non può ancora beneficiare delle misure restrittive adottate e che comunque si dimostra in crescita rispetto all’ultima rilevazione che si attestava a 1,13. Mentre si stabilizza quello di Milano a 1,25, in miglioramento rispetto all’1,31 della media di ultimi 14 giorni. «Ora noi stiamo soffrendo e c’è una tensione ospedaliera importante, con una diffusione più rapida rispetto alle altre ondate — dice, prudente, il governatore Attilio Fontana —. A ieri sera abbiamo distribuito 930 mila dosi di vaccino. Arriveranno le altre e ne usciremo».

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Sono importanti anche i numeri dell’ultimo bollettino di ieri, che registra 5.849 nuovi casi. Il dato più alto dal 21 novembre scorso, anche se spinto dal numero di tamponi: 62.222, record di sempre.

Ma l’aspetto particolarmente sotto la lente resta quello dei ricoveri: con le terapie intensive che salgono a 625 (+28), il 42 per cento della capienza di letti totale e i ricoveri negli altri reparti a 5.718 (+134), che rappresenta il 48 per cento della tenuta dell’intero sistema sanitario regionale. Ragionare su numeri diversi, significa ipotizzare quella riconversione a letti Covid, che costringerebbe gli ospedali a lasciare indietro troppe altre patologie. Il dramma sanitario vissuto un anno fa.

In una giornata monopolizzata proprio dalle attenzioni sui vaccini e in una settimana in cui, causa ritardi dall’Istituto superiore di sanità non è arrivato il solito carteggio di report con cui avviene il primo confronto sui numeri con le Regioni, si è ragionato ancora sulle modifiche del Dpcm in vigore, con l’intenzione del governo di seguire lo spartito tracciato dei tecnici e stringere (anche) nelle Regioni gialle i movimenti nei weekend.

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Ma la zona rossa lombarda è ormai segnata anche nei feriali, con la vera modifica sostanziale della chiusura dei negozi non di prima necessità e l’obbligo dell’autocertificazione nel taschino anche per uscire di casa.

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