Sparite fedi e catenine dei morti di Covid nell'ospedale di Pescara: "Si indaghi"

A raccontare le tristi vicende sono stati proprio i familiari e i cari delle vittime, scesi in piazza per chiedere aiuto alla Regione Abruzzo, dopo aver presentato denunce alla magistratura e alle forze dell'ordine.

Ospedale di Pescara
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23 Maggio 2021 - 15.30


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Immaginate di ritrovarvi nella stessa situazione: un vostro parente viene ricoverato in ospedale e dopo la sua morte spariscono tutti i suoi oggetti.

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E’ quello che è successo nell’ospedale di Pescara, dove effetti personali, non sempre costosi, ma di altissimo valore sentimentale, andati persi dopo la morte di alcuni pazienti, anche Covid.

Fedi nuziali, occhiali da vista, fotografie, catenine, cellulari e altri preziosi che rappresentano ricordi e legami irrinunciabili per i familiari e i cari dei deceduti ma che, per motivi ancora ignoti, sembrano essere spariti nel nulla.

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Questa mattina a raccontare le tristi vicende sono proprio i familiari e i cari delle vittime, scesi in piazza per chiedere aiuto alla Regione Abruzzo, dopo aver presentato denunce alla magistratura e alle forze dell’ordine.

Con loro il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, per lanciare un appello accorato all’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.

 “Queste persone – afferma Pettinari – hanno bisogno di sentire che le istituzioni sono dalla loro parte. Alla perdita che hanno subito si aggiunge la tristezza di non poter stringere più tra le mani neanche gli oggetti dei propri cari. Un’implicazione emotiva fortissima. In passato avevo già segnalato la storia di un cittadino che ha vissuto una simile esperienza, ma ora, come è possibile constatare, la vicenda assume dei contorni di prassi che non possono essere più ignorati. Mi appello anche al presidente della Regione

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Marco Marsilio, affinché si attivi un’indagine interna per capire cosa è accaduto in una struttura pubblica che dovrebbe sempre avere come primo obiettivo, ricordiamolo, la cura e la dignità del paziente, anche dopo la sua fine”.

“Vorremmo anche sapere se di fatto esiste un protocollo certo e stringente che le Asl abruzzesi dovrebbero applicare in simili situazioni, e se alla luce dei fatti è il caso di rivederlo o di verificare se sia seguito alla lettera nel momento del ricovero.

Mentre l’autorità giudiziaria, come spero, porta avanti le indagini, anche la Regione Abruzzo deve appurare cosa è accaduto e il motivo”, conclude.

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