Il giurista spiega: "Il Vaticano non vuole affatto affossare la legge Zan"
Top

Il giurista spiega: "Il Vaticano non vuole affatto affossare la legge Zan"

Alberto Gambino presidente di Scienza e Vita: "Si tratta di una richiesta di approfondimento di contenuti che potrebbero contrastare norme dello Stato italiano del Concordato"

Alberto Maria Gambino
Alberto Maria Gambino
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Giugno 2021 - 16.15


ATF

La richiesta del Vaticano di rivedere il Ddl Zan, in quanto si ritiene che una sua approvazione vìoli il Concordato tra Stato e Chiesa, è stata spiegata da Alberto Gambino, giurista e presidente di Scienza e Vita, associazione che lavora in sinergia con la Cei sui temi della vita.
“Il Vaticano, chiedendo l ‘intervento del governo italiano sul ddl Zan, non vuole affossare la legge né fare pressioni. Si tratta invece di una richiesta di approfondimento di contenuti che potrebbero diventare legislativi e che secondo questo documento possono contrastare con contenuti normativi dello Stato italiano”. Secondo il giurista, quello della Santa Sede è un ” invito ad una seria riflessione su qualcosa che potrebbe diventare anti giuridico”. 
“I rapporti tra Italia e Santa Sede – ricorda il giurista cattolico -sono disciplinati da un Concordato che è stato recepito dalla Carta costituzionale italiana: questo è molto importante perché significa che diversamente da altri Paesi, come ad esempio la Francia, l’Italia, nella sua sovranità, ha fatto proprio anche il contenuto del Concordato quindi qui non c’è una intrusione della Chiesa nello Stato italiano ma un richiamo all’Italia perché rispetti il suo ordinamento interno. 
Si sta dicendo all’Italia che le norme concordatarie non si possono modificare unilateralmente e che quindi a questo punto si può modificare con la Santa Sede. Le norme dicono che si lascia la assoluta libertà di svolgere la propria missione pastorale o di culto alla Chiesa cattolica in forma individuale e negli ambiti associativi.
E quindi la libertà di pensiero è scritta dentro norme che sono recepite dallo Stato italiano”.
Gambino ricorda ancora che il “Concordato è stato costituzionalizzato quindi sarebbe la Corte costituzionale a dovere fare una ulteriore verifica e se dovesse dire per paradosso che non c’è una violazione avremmo sempre a che fare con due stati sovrani e si creerebbe un incidente diplomatico. Il punto è che o si lascia libertà di magistero o non la si lascia come sembra dire il ddl Zan”.

Native

Articoli correlati