Covid, Mantovani: "Necessaria la quarta dose per over 80 e soggetti fragili"
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Covid, Mantovani: "Necessaria la quarta dose per over 80 e soggetti fragili"

Il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano, evidenzia la necessità della quarta dose di vaccino per fermare il Long Covid: "In autunno va fatto anche il vaccino antinfluenzale"

Covid, Mantovani: "Necessaria la quarta dose per over 80 e soggetti fragili"
Alberto Mantovani
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4 Aprile 2022 - 14.44


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Il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano, annuncia la ricetta per i prossimi mesi in tema di Covid: “Quarta dose di vaccino per tutti gli over 80. E la nuova sfida è fermare il Long Covid”. Parlando dei dati a supporto della quarta dose, Mantovani afferma che la comunità scientifica può basarsi su due studi entrambi condotti in Israele.

“Il primo, su un numero piccolo di persone, indica che la risposta immunitaria viene restaurata al livello in cui era nelle prime settimane dopo la terza dose. Il secondo, su oltre un milione di persone, suggerisce che la quarta dose in chi ha più di 60 anni è sicura e riduce rischio di ospedalizzazione e malattia grave. C’è la preoccupazione che gli effetti della quarta dose possano essere di breve durata, tuttavia va considerata l’efficienza del sistema immunitario nel difenderci dalle infezioni con il passare degli anni”.

“Penso che la somministrazione sopra gli 80 anni in generale sia ragionevole perché diversi ultraottantenni possono essere assimilabili agli immunocompromessi, mentre non la proporrei per persone complessivamente sane già a 60 anni“, evidenzia Mantovani. A chi gli domanda se non sarebbe meglio aspettare l’autunno, nella speranza che arrivino vaccini aggiornati contro le nuove varianti, l’immunologo replica che per i soggetti fragili è meglio non attendere, nonostante si dica ottimista sull’arrivo di nuovi preparati.

E poi fa un invito: “Piuttosto in autunno sarà opportuno ribadire che, oltre al vaccino per Covid andrà fatto anche quello antinfluenzale. Ci sono dati molto convincenti del Regno Unito che dimostrano come la coesistenza delle due infezioni aumenti moltissimo il rischio di malattia grave o gravissima”. In un’Italia in cui moltissimi non hanno ancora ricevuto la terza dose, dice Mantovani, l’altro pericolo è il Long Covid che rischia di avere un importante impatto sulla società. Lo scienziato spiega:

“A breve probabilmente come Accademia dei Lincei pubblicheremo un documento sull’argomento. Stime britanniche parlano del 10% delle persone che hanno sintomi a più di un anno di distanza dalla malattia. C’è poi lo studio Epilogue, una grande indagine su persone non ospedalizzate nella Germania del Sud fra i 18 e i 65 anni che hanno avuto il Covid, in cui è stata riscontrata in particolare la persistenza di stanchezza, problemi neurocognitivi e cardiorespiratori, senza contare gli altri, a partire dai dolori”.

Il Long Covid diventa un problema anche in ambito lavorativo e per i più giovani: “Colpisce fra l’altro che queste persone, anche giovani o di mezza età, dopo 6- 12 mesi non abbiano recuperato pienamente la capacità lavorativa, senza che ci sia un’associazione fra età e sintomi. È qualcosa che allarma e dovrebbe spingere i giovani a vaccinarsi”.

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