Caro benzina, la protesta delle marinerie aumenta e si fa sempre più aspra. Intorno alle 23 di ieri sera tre tir carichi di pesce di importazione sono stati bloccati al porto di Ancona. I pescatori hanno impedito fino alle 4 di stamattina agli autotrasportatori di scaricare dai mezzi il pescato proveniente dall’estero. Le marinerie dell’Adriatico sono in sciopero dal 23 maggio per protestare contro i prezzi del gasolio alle stelle che hanno ridotto al lumicino i profitti di chi vive di pesca. Il blocco dei tir in via Mattei, zona Zipa davanti al cantiere Crn, è andato avanti per diverse ore, poi i pescatori hanno consentito lo scarico delle merci già ordinate e il presidio è stato tolto. In mattinata, in una riunione, decideranno il da farsi, ma l’intenzione è chiedere ai commercianti di non ordinare più pesce estero per la durata dello sciopero.
“Non abbiamo avuto ancora nessuna risposta dal governo” spiegano, e la protesta monta e si fa più serrata. “Siamo in sciopero e i commercianti aumentano l’importazione di pesce – dicono dal presidio nello scalo – è ingiusto, chiediamo ai commercianti da adesso e per tutta la settimana in cui siamo fermi, di non far arrivare i bilici di pesce dall’estero. Invece del pesce italiano, stanno acquistando pescato da Francia, Spagna, dalla Croazia e noi non riusciamo ad andare avanti a causa del costo del gasolio, praticamente triplicato in pochi mesi, siamo esasperati, abbiamo famiglie da sfamare». I pescatori sono arrabbiati e annunciano che la protesta si farà ancora «più serrata». Al porto di Ancona sono giunti un centinaio di pescatori anche da Pescara, San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche.