Omicidio di Luca Attanasio, ergastolo per i 6 imputati: l'accusa aveva chiesto la pena di morte
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Omicidio di Luca Attanasio, ergastolo per i 6 imputati: l'accusa aveva chiesto la pena di morte

Luca Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l'autista Milambo erano stati feriti a morte da colpi di arma da fuoco in un'imboscata tesa da criminali a un convoglio del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.

Omicidio di Luca Attanasio, ergastolo per i 6 imputati: l'accusa aveva chiesto la pena di morte
L'ambasciatore Luca Attanasio
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7 Aprile 2023 - 14.54


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I sei uomini accusati della morte del diplomatico Luca Attanasio, ucciso a Goma in Congo il 22 febbraio del 2021, sono stati condannati all’ergastolo. Oltre ad Attanasio, morirono il carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci, e l’autista del World Food Programme, Mustapha Milambo.  La pubblica accusa aveva chiesto la pena di morte, anche se da vent’anni in Congo vige una moratoria di fatto che vede commutare le sentenze capitali in ergastolo.

La difesa aveva chiesto invece un’assoluzione per non aver commesso il fatto o almeno per dubbi sulla responsabilità degli accusati. Questi, arrestati nel gennaio 2022, dopo iniziali ammissioni si erano poi dichiarati innocenti sostenendo di essere stati spinti a confessare con la violenza, circostanza negata dall’accusa. L’Italia, quale parte civile e Paese fortemente contrario alle esecuzioni, aveva chiesto che venisse inflitta direttamente una giusta pena detentiva. La sentenza è appellabile.

Il 43enne Attanasio, il carabiniere Iacovacci e l’autista Milambo erano stati feriti a morte da colpi di arma da fuoco in un’imboscata tesa da criminali a un convoglio del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) con cui viaggiava nella provincia di Kivu Nord, area ad alto rischio da tre decenni per la presenza di decine di milizie. Processati per omicidio, associazione a delinquere e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra, i sei congolesi durante le udienze erano stati descritti dall’accusa come componenti di una “banda criminale” dedita alle rapine di strada e che voleva rapire l’ambasciatore a scopo di riscatto ma che poi l’aveva ucciso assieme ai due suoi collaboratori.

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