Agrigento: già nel 2023 tante ombre sull'appalto dello scandalo per la rete idrica
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Agrigento: già nel 2023 tante ombre sull'appalto dello scandalo per la rete idrica

Già due anni fa quel bando di gara per lavori di rifacimento della rete idrica ad Agrigento sollevò più di una perplessità. Era aprile del 2023 e quel bando fu pure al centro di un dibattito in Consiglio Comunale.

Agrigento: già nel 2023 tante ombre sull'appalto dello scandalo per la rete idrica
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23 Maggio 2025 - 00.05


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Già due anni fa quel bando di gara per lavori di rifacimento della rete idrica ad Agrigento sollevò più di una perplessità. Era aprile del 2023 e quel bando fu pure al centro di un dibattito in Consiglio Comunale. Di qualche giorno addietro le perquisizioni e l’individuazione di diversi soggetti che avrebbero dato vita ad una associazione per controllare questo ed altri appalti milionari hanno detto che su quell’appalto si è mossa la magistratura. Inchiesta che promette di lievitare e dare clamorose novità.

Tra i nomi – questo si sa – anche un “omissis” sul quale si fanno diverse ipotesi. Una volta svelato, potrebbe dirci che il livello si è alzato a quello politico. Intanto, la vicenda suggerisce che ancora una volta in Sicilia a dominare gli appalti, a cavallo tra impresa e politica (con in mezzo i colletti bianchi) ancora una volta c’è un “sistema”, il sistema, che movimenta le classiche e imperiture mazzette.

Ma, in attesa di conoscere le nuove mosse della magistratura, facciamo un salto indietro di due anni, al 2023. Era il 21 aprile, nell’aula consiliare del Palazzo dei Giganti, la sede del Comune di Agrigento – quest’anno discussa Capitale della Cultura – arriva una interrogazione che titola: “Bando di gara per i lavori di rifacimento della rete idrica”. Quella seduta è ricostruita dal giornale La Sicilia.

L’interrogazione è firmata da Calogero Firetto, l’ex sindaco, da Margherita Bruccoleri, Nello Hamel e Roberta Zicari. I quattro consiglieri di opposizione chiedono chiarimenti sull’appalto. In particolare vogliono lumi sulla “tempistica contrattuale, se la tempistica prevista nei nuovi elaborati tecnici, cioè 300 giorni naturali e consecutivi, cioè 12 mesi, sia effettivamente compatibile ai lavori da 40 milioni di euro da eseguirsi in un piccolo centro urbano dal momento che sarà interessata l’intera rete viaria”.

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I consiglieri, ex sindaco in testa, aggiungono: “Chiediamo se tale previsione sia o meno connessa con la tempistica ultima del finanziamento e cosa succederà nel caso in cui tale tempistica non venisse rispettata”. Domande legittime, in un affaire che non quadra sin dal suo nascere. “La cosa puzza”, si direbbe da queste parti, storcendo il muso.

In aula parla la combattiva Roberta Zicari: “Pare che il progetto, nonostante la rielaborazione in riduzione, includa ancora delle porzioni di rete idrica già oggetto di rifacimento da parte del precedente gestore del servizio. Si chiede pertanto all’Amministrazione se ci sia il rischio di pagare tali opere due volte”. Avete capito bene, il sospetto era che ci sarebbero state opere pagate due volte.

“In relazione alle attuali turnazioni idriche, già molto disomogenee in diversi quartieri cittadini – ricorda la consigliera – si intende sapere se a seguito dei lavori così come ridotti, a seguito rielaborazione si riuscirà effettivamente a realizzare una distribuzione continua ovvero h24”.

Si alza a parlare, rispondendo per la giunta Miccichè (centrodestra), l’assessore Gerlando Principato: “La stazione appaltante è Aica”, si appresta a precisare. Ad Agrigento è dell’Aica la fallimentare e opaca gestione dell’acqua. Il rappresentante della giunta aggiunge: “Tengo a precisare che il Comune di Agrigento non ha nessun ruolo sul procedimento. È stata l’Aica che ha proceduto alla nomina del Rup con un componente interno del Comune di Agrigento che è l’ingegnere Triassi”.

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Aggiunge inoltre che è proprio da Triassi che lui ha le notizie: “Sostengono che il cronoprogramma verrà rispettato, ma che hanno garanzia da parte dell’Assessorato della continuazione del profilo del finanziamento anche sulle nuove linee di finanziamento 2021/2027”.

Ed ancora: “Relativamente ai lavori già eseguiti, i progettisti sostengono che in quei tratti in cui è stato eseguito un lavoro dal precedente gestore di sostituzione di elementi idrici, su quel tratto si procederà con un’attenta ispezione sul tratto che risulta in parte ostruito e quindi loro tenderebbero alla sostituzione del tratto stesso riportata all’interno del progetto. Se ci dovessero essere delle variazioni, ovviamente queste variazioni fanno parte degli oneri contrattuali e quindi saranno oggetto di probabile variazione di perizia”.

“Per quanto riguarda le turnazioni idriche, ovviamente non c’è una garanzia oggi sulle h24, ma è chiaro che l’ottimizzazione dell’arredo per quanto riguarda le dispersioni, a detta del Rup e anche dei progettisti, dovrebbe garantire una omogenea fruizione del servizio perché si andrebbero a perdere gli effetti di pressione all’interno della tubazione e di conseguenza, diminuendo le perdite idriche che ci sono, si tenderà a dare una fornitura continua”.

Nonostante il mix di politichese e di burocratese, il concetto è colto dall’opposizione. L’ex sindaco ha la controreplica, parla Calogero Firetto: “Principato ha fatto bene a mettere le mani avanti – dice – Ma ho la sensazione che nella risposta che è stata approntata, qualcuno si sia dimenticato che abbiamo a che fare con soldi pubblici, con fior di soldi pubblici. Per cui è evidente che la risposta non è assolutamente soddisfacente e quindi chiediamo all’amministrazione, alla luce delle comunicazioni che sono state fatte qui, di assumere le opportune determinazioni in contraddittorio con Aica. È vero che l’appalto è dell’Aica – nota Firetto – però poi i comunicati stampa, la rete idrica li facciamo noi, li fa l’Amministrazione comunale, li fa il sindaco, per cui assicurandoci gli onori e gli oneri che derivano dal pubblico amministrare”.

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Ecco, prima di arrivare al blitz dei giorni scorsi, prima della foto con in testa il presidente della Regione, Schifani, che taglia il nastro dei lavori e suggerisce di far presto, questo brutto affare politico della sete di Agrigento si era delineato con tutte le sue ombre già due anni addietro.

Tra quell’aprile e il blitz, Agrigento ha vissuto due altre stagioni estive drammatiche e scandalose. Ora siamo nel 2025, e le cose sono maledettamente tali e quali, con in più il tempo che passa, e i soldi pubblici che prendono altre strade.

Per la cronaca, l’appalto in questione, per la rete idrica, era di 37 milioni.

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