La Procura di Palermo contro l’assoluzione di Salvini sul caso Open Arms: ricorso diretto in Cassazione
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La Procura di Palermo contro l’assoluzione di Salvini sul caso Open Arms: ricorso diretto in Cassazione

La Procura di Palermo ha scelto la via del “ricorso per saltum” per contestare l’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms, bypassando la Corte d’Appello

La Procura di Palermo contro l’assoluzione di Salvini sul caso Open Arms: ricorso diretto in Cassazione
Matteo Salvini
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18 Luglio 2025 - 17.26


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La Procura di Palermo ha scelto la via del “ricorso per saltum” per contestare l’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms, bypassando la Corte d’Appello e chiedendo direttamente alla Cassazione di pronunciarsi sulla legittimità della sentenza emessa lo scorso dicembre.

Una decisione che riaccende i riflettori su una vicenda centrale nella recente storia politica italiana, dove il confine tra dovere istituzionale e abuso di potere torna sotto esame.

L’ex ministro dell’Interno, leader della Lega, era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito, nell’agosto del 2019, lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi dalla nave della Ong spagnola Open Arms. Per giorni, l’imbarcazione rimase bloccata in mare, in condizioni sempre più critiche.

Una scelta che Salvini rivendicò come parte di una strategia per “difendere i confini” e “fare pressione sull’Unione Europea”, ma che per la Procura si tradusse in una grave violazione dei diritti umani e delle norme internazionali sul soccorso in mare.

Il 20 dicembre 2023, il tribunale di Palermo aveva assolto Salvini con una sentenza le cui motivazioni sono state depositate lo scorso giugno. Ora, secondo i pubblici ministeri, quel verdetto merita una revisione: non perché i fatti siano stati messi in dubbio – al contrario, affermano i pm, sono stati accertati – ma perché le norme giuridiche e le convenzioni internazionali sarebbero state interpretate erroneamente.

In particolare, la sentenza sostenerebbe che l’Italia non fosse tenuta a concedere alla nave della Ong un Place of Safety (Pos), ovvero un porto sicuro, negando così un principio fondamentale del diritto del mare.

Da qui la scelta della Procura di ricorrere direttamente alla Suprema Corte, che non entra nel merito dei fatti ma valuta la corretta applicazione della legge.

Un segnale forte da parte della magistratura, che riconosce nel caso Open Arms un simbolo di quella stagione politica in cui la propaganda della destra ha spesso prevalso sul rispetto delle convenzioni umanitarie internazionali.

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