Addio a Massimo Terpolilli, colonna della mitica 'Vigilanza' di Botteghe oscure
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Addio a Massimo Terpolilli, colonna della mitica 'Vigilanza' di Botteghe oscure

Voglio dedicare questo articolo a Massimo Terpolilli, membro della vigilanza storica del PCI prima e del PDS poi, scomparso il primo ottobre

Addio a Massimo Terpolilli, colonna della mitica 'Vigilanza' di Botteghe oscure
Botteghe oscure
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3 Ottobre 2025 - 18.01


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di Carlo Cotticelli

Voglio dedicare questo articolo a Massimo Terpolilli, membro della vigilanza storica del PCI prima e del PDS poi, scomparso il primo ottobre. Per anni mi ha accompagnato nelle sere dopo le Feste de l’Unità, insieme ad altri che non ci sono più come Maurizio Alessandrelli, Guido Quaranta, Mario Giachini o ad altri ancora in vita che ricordo con piacere come Bruno Cocci, Luciano Pelliccia , Roberto Bocchino e Roberto Cocco, per fare dei nomi, ed era, come l’ho definito, uno dei miei angeli custodi dal momento che io ho fatto per più di venti anni il tesoriere delle Feste de l’Unità di Roma.

La sua scomparsa mi ha colpito molto: bastava uno sguardo per capirci, se le cose erano andate bene o male, se andava di parlare o no, ma lui con il suo sguardo complice e furbo mi metteva sempre di buon umore.

Lui, come tutti quei ragazzi, forever young, rappresentava un elemento unico nella storia del Partito comunista: fedeli fino in fondo al partito, agli ideali, provenienti dal popolo ma mai plebei, depositari dei segreti e dei difetti dei dirigenti del partito, sacrificavano affetti e vita privata per servire il loro ideale, trovandosi anche ad affrontare situazioni complicate come nelle manifestazioni, dove erano capaci di isolare i violenti quasi sempre senza fare volare uno schiaffone ma, quando ci voleva, ci voleva… e sempre senza farsene accorgere.

Quanti panini mangiati al volo, litri di caffè bevuti per stare svegli, l’aspettare il dirigente di turno, me compreso, per portarlo a casa o scortarlo in banca alla cassa continua, stabilita con i cambi di percorso per non dare nell’occhio.

Tutto questo Massimo lo viveva con leggerezza e determinazione, divertendosi e facendoci divertire con il suo sigaro da uomo che avrebbe voluto essere perennemente su una sdraio davanti a una birra e con il mare caraibico davanti.

È stato anche segretario di Forte Prenestino, che era la sezione degli appartenenti alla vigilanza, e quando c’erano congressi o assemblee facevamo la corsa ad andare perché, a differenza delle altre sezioni dove tutti prendevano le cose molto sul serio o si atteggiavano a dirigenti nazionali, loro prendevano le cose con leggerezza, mai con superficialità.

Massimo portava sempre con sé sua moglie, la compagna Diana, sempre presente anche nelle manifestazioni, dove lei aiutava il gruppo e che è stata vicina a lui fino alla fine testimoniando un amore e un rapporto eccezionale che sinceramente ho considerato intenso e appassionato.

In tanti anni, pur sapendo che lui era romanista sfegatato ed io un laziale appassionato, non mi ha mai fatto una battuta fuori luogo perché aveva capito l’amore che portavo per la mia squadra e mi diceva sempre: “tesoriè sei un grande, io nun te dico nulla sulla squadra tua perché so che ce stai male quando perde ma se fossi stato romanista almeno ce saremmo consolati assieme”. Come puoi non voler bene a uno così.

Per me tu e tutti gli altri rappresenterete sempre i giovani guerrieri che resteranno tali nella mia immaginazione, malgrado gli anni che sono passati, ma avete fatto parte di un corpo unico che non ha mai avuto nessuno.

Ciao Massimo, saluta tutti gli altri.

Mi associo alle parole di Carlo Cotticelli, mando un abbraccio sincero ai cari di Massimo Terpolilli e un un saluto a pugno chiuso a tutti i compagni e amici della Vigilanza che sono parte integrante della storia del Pci.
Gianni Cipriani

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