Guglia e il passato da picchiatore del Msi: le origini del garante della Privacy che ha sanzionato Report
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Guglia e il passato da picchiatore del Msi: le origini del garante della Privacy che ha sanzionato Report

L'attuale garante della privacy da dirigente dei giovani missini girava una croce celtica sormontata dal motto Gott mit uns e fu condannato oer aver picchiato due ragazzi spalleggiato da altri due missini

Guglia e il passato da picchiatore del Msi: le origini del garante della Privacy che ha sanzionato Report
Agostino Ghiglia, un npassato da picchiatore del Msi
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28 Ottobre 2025 - 19.03


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Titolava e scriveva così il giornale La Stampa di Torino il 4 marzo del 1986 su un fatto di cronaca che ha visto protagonista l’attuale garante della privacy Agostino Guglia. Lo stesso Guglia che è finito nella polemica perché è andato nella sede di Fratelli d’Italia il giorno prima della super multa a Report

Nove mesi senza condizionale per i tre giovani «picchiatori»

Le violenze di sabato davanti al Volta rievocate in Pretura

Aderenti al Fronte della Gioventù, erano accusati di aver picchiato uno studente del liceo e un suo amico.
All’origine dello scontro, un manifesto stracciato?
Duro commento del MSI alla sentenza.

Fatti che sembravano ormai un ricordo del passato sono tornati d’attualità in Pretura dove, ieri, tre componenti del Fronte della Gioventù, tra cui il segretario provinciale Agostino Ghiglia, sono stati processati per aver aggredito un gruppo di liceali del «Volta» (in via Juvarra), ferendo uno studente e un suo amico.

I tre imputati — Massimiliano Motta, Carlo Marazzina e Agostino Ghiglia — tutti dai 19 ai 20 anni, capelli a spazzola, stivali da cow-boy, una croce celtica sormontata dal motto Gott mit uns sui jeans del Ghiglia, che è un parà della Folgore in licenza — sono stati condannati a otto mesi di carcere per le lesioni provocate a Luca Persico e all’amico Alfredo Re, giudicati guaribili in 10 e 15 giorni.

Tutti sono stati riconosciuti colpevoli anche di aver fatto uso di bastoni e condannati a un altro mese di carcere, più altri due al solo Motta, perché trovato in possesso di un tirapugni.
Nessuno di loro uscirà di prigione perché il pretore Borgani non ha concesso né la condizionale né la libertà provvisoria.

Lo scontro

I fatti risalgono a sabato, quando, all’uscita da scuola, gli studenti del «Volta» vedono schierati, dall’altra parte della strada, una decina di giovani «armati di bastoni».
«Eravamo lì per proteggere un nostro amico studente di 14 anni, schiaffeggiato e minacciato perché aveva protestato contro il Persico, che aveva stracciato un manifesto del MSI», si sono giustificati i tre giovani, difesi dagli avvocati Boetti Villanis, Majorino, Bonati e Garavoglia, mentre tra il pubblico — quasi interamente formato da studenti del «Volta» — assistevano i consiglieri comunali missini Minervini e Martinat.

Davanti al liceo tutto si risolve con qualche occhiataccia.
Poco dopo, però, sotto i portici di corso San Martino, Luca Persico, già aggredito in passato dai fascisti, Alfredo Re e altri loro amici si ritrovano davanti il gruppetto.
«Ci sono saltati addosso e ci hanno pestato», hanno raccontato i feriti.
«No, sono stati loro ad aggredirci, e quando l’equipaggio di una volante ci ha arrestati in via Cernala stavamo andando a fare denuncia», hanno ribattuto gli imputati che, prima del processo, avevano accettato di versare un milione di lire a Persico e Re per risarcirli del danno materiale e di firmare una lettera di scuse agli studenti del «Volta» per annullare il danno morale.

In serata, la Federazione provinciale del MSI-DN ha stigmatizzato, con un comunicato, la sentenza e l’arringa del pubblico ministero Cossa, che aveva chiesto condanne fino a due anni di carcere.

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