Un anno e tre mesi di reclusione, pena sospesa. È questa la condanna inflitta dal Tribunale di Biella a Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia (ora è andato via) eletto a Vercelli, per porto illegale di arma da fuoco. La sentenza riguarda il clamoroso episodio della notte di Capodanno 2024, quando — in una piccola sala della Pro Loco di Rosazza, nell’Alta Valle Cervo — un colpo partito da una pistola ferì uno degli ospiti della festa.
Il giudice ha assolto Pozzolo dall’accusa di porto di munizioni a espansione, “perché il fatto non sussiste”, ma ha riconosciuto la responsabilità per il possesso illecito della mini pistola North American Arms, una micidiale “pocket gun” che non avrebbe mai dovuto trovarsi in un contesto civile, men che meno nelle mani di un rappresentante delle istituzioni.
La pubblica accusa, rappresentata dalla pm Paola Francesca Ranieri, aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi, sottolineando come la gravità del gesto non risiedesse solo nel colpo sparato, ma nell’atto stesso di portare un’arma in un luogo pubblico e festivo. «Non mi interessa chi ha sparato o chi non ha sparato — ha dichiarato la magistrata nella requisitoria — ma che il giudice valuti la legittimità del porto d’arma e del munizionamento».
Parole chiare, che mettono a nudo la sostanza del caso: un parlamentare della Repubblica che entra armato a una festa di Capodanno, in un Paese che da anni piange vittime di violenza e diseducazione alla legalità.
All’uscita dal tribunale, Pozzolo ha commentato la sentenza con tono di sfida: «È stata sgretolata un’altra parte delle accuse che erano state montate dai media». Parole che suonano stonate, se non sprezzanti, di fronte alla gravità morale di un episodio che — al di là delle attenuanti giudiziarie — rappresenta un fallimento simbolico per la politica italiana.
Un deputato armato, una pistola che spara tra i festeggiamenti, una ferita e una condanna. È l’immagine amara di un’Italia in cui la politica sembra aver smarrito il senso della responsabilità, mentre la violenza, anche simbolica, si fa spazio là dove dovrebbero prevalere sobrietà e rispetto delle istituzioni.