Oltre duecento lavoratori del Teatro La Fenice hanno attraversato le calli partendo dalla stazione di Santa Lucia per arrivare in corteo davanti all’ingresso principale del teatro.
Tecnici, macchinisti, orchestrali, coristi e delegazioni arrivate da La Scala, dal San Carlo di Napoli e dal Maggio Musicale Fiorentino hanno marciato compatti con striscioni, megafoni e strumenti in spalla. Al termine, proprio sul sagrato, hanno suonato l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana: un timpano su ruote, violini, fiati, un’esecuzione improvvisata che ha fermato i turisti e fatto vibrare i vetri del palazzo.
Una nomina che divide
Il motivo della protesta è uno solo: la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale, decisa senza bando pubblico e senza confronto con le maestranze, e la gestione del sovrintendente Nicola Colabianchi, accusato di aver chiuso ogni canale di dialogo.
Colabianchi, dal canto suo, ha già fatto sapere che non intende fare passi indietro; Venezi ha definito la nomina “legittima” e si è detta pronta a proseguire il lavoro.
Un conflitto che arriva da lontano
Non è la prima volta che la Fenice finisce al centro di una vertenza. Il 17 ottobre l’orchestra aveva suonato gratis in Piazza San Marco davanti a quattrocento persone: un concerto senza biglietto per rivendicare dignità.
Il 3 novembre lo sciopero aveva fatto saltare la prima di Wozzeck: Il 6 novembre gli orchestrali si erano presentati imbavagliati davanti al teatro, un silenzio che urlava più di qualsiasi slogan.
Oggi il corteo è stato l’ennesimo capitolo: non un blocco, ma un abbraccio simbolico al teatro, un modo per dire che la Fenice vive grazie a chi la costruisce ogni giorno e non può essere ridotta a un feudo.
“Serve trasparenza”
La Rappresentanza Sindacale Unitaria ha letto un comunicato chiaro: serve trasparenza, un tavolo di confronto, il rispetto per chi manda avanti la baracca.
Altrimenti le prove di Tosca, in calendario dal 15 novembre, rischiano di fermarsi. I sindacati hanno già scritto al Ministero della Cultura chiedendo un’ispezione sulla governance.
Stasera, prima della recita di La Bohème, un nuovo comunicato verrà letto in sala. Il sipario si alza, ma la tensione resta tutta fuori.