Inizia con questo primo articolo una nuova collaborazione tra Globalist e Mediterranea Human Savings. La prima e unica ong italiana che opera per il salvataggio di vite non solo nell’area del Mediterraneo, ma ha esteso la sua attività anche in Ucraina e nei territori occupati della Cisgiordania.
Nata nel 2018 per iniziativa di un gruppo di attivisti storici tra cui spiccano l nomi di Luca Casarini e Beppe Caccia, ha iniziato le prime missioni in quello stesso anno, dapprima con una sola imbarcazione, la Mare Jonio, a cui si sono aggiunte la barca a vela Safira nel 2024 e Mediterranea Ship nel 2025.
Fin dall’inizio, come racconta Luca Casarini nel suo libro La cospirazione del bene, l’impresa di reperire e allestire una nave per le missioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale e sottrarre i migranti alla Guardia costiera libica, si presenta come estremamente difficoltosa, a causa dell’ostilità celata, e tuttavia sempre presente, di tutti coloro che ostacolano il soccorso e l’aiuto per i disperati, che dalle coste nord africane si avventurano in un viaggio estremamente pericoloso, nel tentativo di fuggire da guerre e miseria.
Proveremo a raccontare, nei prossimi articoli, la storia di questi ultimi cinque anni, ma ora è necessario partire dall’attualità, da una cronaca che ripete sempre il medesimo paradigma.
Tra il 2 e il 3 novembre la nave Mediterranea compie ben tre operazioni di salvataggio al largo delle coste libiche e di Lampedusa, in acque internazionali e mette in salvo 92 persone, di cui 31 minori non accompagnati. La maggior parte di queste persone sono stremate, dopo un viaggio drammatico e per questo motivo l’imbarcazione si dirige verso il porto più vicino, che è Porto Empedocle, affinché siano prestati gli aiuti necessari ai naufraghi, così come la legge del mare non scritta, e numerosi trattati internazionali, prevedono.
Il capo missione invia una richiesta alle autorità italiane, che in ottemperanza al famigerato decreto Piantedosi, indicano come luogo dello sbarco il porto di Livorno, che dista circa 1200 chilometri e circa 4 giorni di ulteriore navigazione.
È un copione già scritto. Si tratta di un ordine che non ha alcuna ragionevolezza ed è contrario ai valori della pietà, della compassione, e che ignora un principio elementare, che è quello di aiutare i sofferenti, anche secondo quella religione che viene utilizzata come una clava da chi governa, ignorandone totalmente i contenuti altruistici e caritatevoli. Il capo del governo, i vari ministri non avvertono alcuna contraddizione tra la dichiarata fede cristiana e l’indifferenza nei confronti di chi muore in mare per mancanza di soccorso.
Anche l’epilogo di questa storia è già stato scritto più volte e si ripete anche in questa circostanza. Poiché il comandante della Mediterranea si è rifiutato di dirigersi verso il porto di Livorno, che era stato assegnato dalle autorità italiane, in base al famigerato decreto Piantedosi, ed ha sbarcato i naufraghi nel porto più vicino, nella notte del 5 novembre, le autorità governative hanno deciso di imporre il fermo amministrativo per 60 giorni e 10mila euro di multa, impedendo così alla ong di continuare a compiere missioni di salvataggio.
Questa è la cronaca, i fatti nella loro essenziale crudezza.
Per commentare l’ennesima triste storia che vede protagonisti alcuni ministri del governo guidato da Meloni potremmo scomodare Antigone, che si oppone a una legge di Creonte che vieta di seppellire suo fratello Polinice, accusato di tradimento, rivendicando una forma di giustizia superiore, che è quella del cuore, della pietà e quindi sceglie la disobbedienza civile, per rimanere fedele a principi morali che vanno oltre il diritto positivo.
Si potrebbe ricordare anche, sempre restando all’interno della civiltà antica, che per i Greci una delle virtù fondamentali era la xenia, l’obbligo di soccorrere gli stranieri e impone il dovere dell’ospitalità, come accade al naufrago Odisseo quando viene soccorso da Nausicaa nell’isola dei Feaci.
Si potrebbe continuare così, all’infinito, ricordando il diritto di asilo che Kant richiama nella Pace Perpetua, per mostrare a chi dichiara di voler difendere l’identità europea, che le politiche di sabotaggio del soccorso in mare e in generale l’opposizione feroce a qualsiasi forma di pacifica e armonica interazione tra italiani e migranti, è contraria allo spirito europeo, ma sappiamo perfettamente che non saranno i riferimenti culturali a smuovere le coscienze del governo, quanto piuttosto l’ostinazione nel perseguire valori come l’accoglienza, la solidarietà, che ci fanno ancora sperare che non tutto è perduto.
Per questo motivo continueremo a informare, a sostenere Mediterranea, nonostante il silenzio complice di molta parte della stampa italiana.
