“La Sicilia è a un bivio: o torna indietro, o sceglie il futuro. Noi scegliamo il futuro”. Nel momento in cui i dati economici appaiono tutti di segno negativo, e un’inchiesta della magistratura torna a mettere sotto accusa la cattiva politica, un movimento giovanile tinge di speranza giorni che appaiono bui: Come interpretare, se non così, l’atto di nascita di una coalizione che vede protagoniste ben sessanta organizzazioni giovanili. A San Giovanni Gemini, un comune montano dell’Agrigentino, hanno battezzato il Movimento regionale per il diritto a restare. Restare contro tutti quei dati che farebbero pensare diversamente, restare perché si ritiene, a buon diritto, di avere la forza per invertire il corso delle cose. Restate è speranza; restare è determinazione, volontà.
Una coalizione di associazioni presenti sul territorio siciliano, con un obiettivo chiaro: scegliere di
costruire un nuovo futuro per la Sicilia.
Il Movimento e il PattoxRestare, l’elezione di un coordinamento sono il risultato di tre anni di lavoro condiviso tra realtà sociali, culturali, civiche e giovanili che, nei propri territori, operano ogni giorno per costruire diritti, opportunità e comunità.
“In un momento in cui la Sicilia torna alle cronache per vicende giudiziarie che ricordano sistemi già condannati dal passato, e mentre il nuovo rapporto Migrantes conferma una fuga senza precedenti di giovani e laureati, le sessanta organizzazioni provenienti da tutta la regione – si legge nel documento redatto a San Giovanni Gemini – vogliono scrivere una nuova storia per l’intera Isola”
“La Sicilia è a un bivio – dicono i giovani siciliani – un bivio tra il ritorno a logiche opache, e la costruzione di un
futuro possibile. Il PattoxRestare nasce dalla parte di chi sceglie il futuro”.
Una risposta strutturale a un sistema che produce spopolamento, dicono i giovani siciliani. Secondo le organizzazioni firmatarie del manifesto per il futuro, le recenti indagini su appalti truccati e il ritorno di
logiche clientelari confermano un problema più profondo: il sistema che costringe migliaia
di persone a partire non è mai stato superato. Da qui nasce un’esigenza, dice il movimento; esigenza che si concretizza in alcuni punti:
● “non si può chiedere ai giovani di restare in una terra che non difende il loro futuro”
● “il malaffare e la corruzione sono una causa diretta dello spopolamento”
● “senza trasparenza, diritti e pari opportunità, restare non sarà mai una scelta libera”
Il Patto chiarisce che “Restare non è una condanna né una rinuncia: è una scelta politica, e il Movimento non nasce contro qualcuno, ma contro le cause che da troppi anni costringono i siciliani a partire. Con la firma del Patto per restare, l’assemblea delle organizzazioni aderenti ha eletto il primo Coordinamento del Movimento, formato da
cinque membri:
● Francesco Riolo, 25 anni, San Giovanni Gemini (Spazio Giovani Generazioni)
● Irene Fucà, 30 anni, Agrigento (Local Impact Aps)
● Federica Pollari, 25 anni, Palermo (Scuola di Restanza e Futuro)
● Paola Galuffo, 35 anni, Mazara del Vallo (Partecipazione politica)
● Carmelo Traina, 31 anni, Campobello di Licata (Centro Studi Giuseppe Gatì).
Durante l’assemblea è stato scelto anche il simbolo del Movimento, la carrubba, l’albero
mediterraneo che incarna la storia della Sicilia e la sua capacità di resistere nelle condizioni
più difficili. La carrubba è chiamata anche “pianta della sopravvivenza”: cresce dove altre
piante non ce la fanno, resiste alla siccità, dà frutto con pochissima acqua e vive per secoli.
Per il Movimento rappresenta la forza silenziosa delle comunità siciliane; la capacità di generare valore anche in contesti ostili; la tenacia di chi resta, di chi torna e di chi non si arrende; l’idea che il futuro si costruisce mettendo radici, non consumando il territorio.
