Nuovo vertice a sorpresa Berlusconi, Tremonti, Bossi
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Nuovo vertice a sorpresa Berlusconi, Tremonti, Bossi

Stanotte, dopo la rissa di lunedì. Il richiamo dell'Ue all'Italia sui conti in ordine.

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8 Giugno 2011 - 10.09


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Dopo la rissa di ieri, arginata a stento da Umberto Bossi, Berlusconi, il leader della Lega Nord e il mnistro dell’Economia si sono rivisti, a sorpresa, la notte scorsa per cercare di ricucire e di trovare una tabella di marcia comune.
Berlusconi, Tremonti e Bossi hanno deciso di accelerare sulla riforma fiscale.
Ma il modo è ancora da trovare, perché – come ha avvertito ieri l’Unione europea – se l’Italia ha i conti in regola per il 2012, quelli del biennio 2013-2014 vanno messi sotto controllo: e qui si parla di una manovra sanguinosa da 40 miliardi di euro.
Il secondo round tra Berlusconi, Bossi e Tremonti non è stato, comunque, quello decisivo.

Le notizie di ieri e la rissa sfiorata Berlusconi-Tremonti

Ma quale armonia ritrovata. Il Vertice Pdl-Lega di ieri è stato alquanto litigioso. Qualcuno dei partecipanti, sotto la garanzia dall’anonimato, ha raccontato di una lita furibonda tra Tremonti e Berlusconi. Con il titolare del ministero del Tesoro che per la prima volta ha urlato come non mai contro il Cavaliere, e minacciato dle sue dimissioni. Solo la mediazione di Bossi è riuscita a dare una tregua allo scontro.

La riforma fiscale

L’oggetto del contendere, naturalmente, è stata la riforma fiscale. Ossia la riduzione della pressione fiscale già promessa più volte da Berlusconi dal 1994 ad oggi. Un punto sul quale, però, Tremonti è stato assolutamente irremovibile: “Non ci sono le condizioni. Non c’è la copertura finanziaria. Inutile insistere”. Ma il premier ha continuato. E allora Tremonti ha perso la pazienza: ha cominciato a strillare e ha messo le sue dimissioni sul tavolo. Solo l’intervento di Bossi è riuscito a placare i due sfidanti.

Il compromesso di Bossi

Il Senatur è infatti riuscito a placare il titolare di via XX Settembre e a far passare un semplice compromesso: Tremonti si impegnerà ad abbassare la pressione fiscale il prima possibile, non appena sarà possibile, e sarà lui a trovare prima la copertura finanziaria. Insomma, solo dopo che il ministro del Tesoro avrà individuato le voci di bilancio da tagliare si procederà alla riduzione della pressione fiscale. Il che vuol dire, coi tempi che corrono, non prima del 2012.

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