di Barbara Cataldi
Umberto Bossi davanti ai suoi militanti a Pontida non tronca il rapporto tra la sua Lega e Berlusconi. Ma al Cavaliere lancia l’ennesimo “penultimatum” per dirla con le parole usate ieri da Bersani. “Caro Berlusconi, la tua premiership è in discussione alle prossime elezioni, se non verranno approvate le nostre richieste. Dipenderà dalle scelte che saranno fatte. Il sostegno della Lega a Berlusconi potrebbe finire con le prossime elezioni politiche”, ha detto. Ma non da subito: “Perché se si votasse adesso consegneremmo il paese alla sinistra”.
“Secessione, secessione”
La folla lo acclama. Lo interrompe invocando “secessione, secessione”. Guarda il video. A tratti inneggia a Maroni. Tanto che il Senatùr è costretto a ribadire più volte che o il governo realizza in tempi brevi le richieste della Padania o la Lega rinuncerà a sostenere Berlusconi. Per essere ancora più convincente con il suo popolo, Bossi spiega che i punti su cui il Carroccio non transige più, sono quelli raccolti nel documento volantinato tra la gente, che il governo dovrà realizzare entro precisi termini.
Contro Equitalia
Si va dal dimezzamento dei parlamentari e riduzione dei contingenti militari all’estero in 2 settimane, alla riforma del patto di stabilità dei comuni virtuosi, un decreto che blocchi la vessazione di Equitalia, il taglio dei costi della politica e una manovra per ridurre la bolletta energetica in 30 giorni, fino alla riforma fiscale entro l’estate.
Gli obiettivi di Bossi
Bossi sul palco sembra stanco e indebolito, ma il linguaggio che utilizza è sempre molto “colorito”.
Il primo obiettivo del leader è quello di dare un messaggio chiaro agli avversari e soprattutto ai giornalisti, “i lecchini di Roma ladrona”: la Lega è forte e compatta.
Quindi la lunga serie di richieste al governo e a Tremonti. “Stop alle missioni di pace”. È la prima. L’obiettivo è chiaro: racimolare un po’ di soldi per abbassare le tasse.
Rivedere il patto di stabilità
Poi la seconda. Questa volta a Tremonti: “Riscrivi il patto di stabilità”. A favore di quei comuni virtuosi che pur avendo i fondi non possono spenderli. “Caro Giulio se vuoi i voti della Lega in Parlamento non puoi più toccare artigiani, comuni e piccole imprese”, ha detto dal palco.
La terza richiesta del Senatùr riguarda Equitalia, che deve smetterla di mettere le ganasce ai trattori.
Il Senatùr ha anche spiegato che “non si può schiacciare un pulsante e risolvere i problemi”. E così ha elencato una serie di interventi da effettuare per ridurre i costi della politica e quelli delle auto blu.
“Maroni presidente del Consiglio”
“Maroni presidente del Consiglio” è lo striscione esposto di fronte al palco e il grido più gettonato tra il popolo di Pontida.
Il Pratone gremito di gente è invaso dalle immagini degli indipendentisti scozzesi di Braveheart e delle note di Va pensiero.
La liturgia della Lega è fatta di questi simboli e di questi slogan, ma la contrapposizione fra le varie anime del Carroccio sembra costruita ad arte per rendere ancora più emozionante il momento della sintesi che Bossi ha recitato dal palco.
Sul Pratone sono anche stati montati 3 gazebo per la raccolta di firme per una legge elettorale che decentri i ministeri al Nord.
Lo “strappo” è cominciato ieri
Lo “strappo” è cominciato già ieri. Il leader della Lega Nord ha alzato il tiro: “Sapete che a Monza ci saranno tre ministeri. Vi dico anche i nomi dei ministri: Calderoli, Bossi e Tremonti”. E un quarto, quello del Lavoro, lo ha chiesto per Milano. Il fisco sarà un altro dei temi di battaglia.
I giovani padani, intanto, si sono già accampati a centinaia sul pratone e il loro leader non vuole tradire le loro aspettative.
Così durante la conferenza stampa di presentazione della Scuola di Magistratura a Bergamo, 24 ore prima del bagno di folla che lo attende, Bossi annuncia la richiesta di 3 dicasteri importanti: economia, semplificazione e riforme.
Perché non c’è un ministero del Lavoro a Milano?
“Calderoli ha detto una cosa giusta: bisogna portare via la testa”, ha sostenuto di fronte ai giornalisti. E poi per aumentare le attese sul discorso che terrà davanti al suo popolo Bossi ha aggiunto: “Perché non c’è un ministero del lavoro a Milano? Domani a Pontida chiederemo altri tre ministeri, non a Bergamo, ma a Monza, non dico di più, dovete venire a Pontida”.
Calderoli e Maroni rilanciano la riforma fiscale
Ma le richieste della Lega Nord non finiscono qui. Pressato dalla base che si attende una svolta, dilaniato al suo interno dalla spinta della corrente “maroniana” che chiede di marcare le distanze dal Pdl, il partito di Bossi sembra pronto ad alzare la posta in gioco.
Così oggi Roberto Calderoli, proprio insieme al suo collega all’Interno, Roberto Maroni ha puntato sulla riforma fiscale, unendosi all’ultimatum lanciato da Cisl e Uil: o il governo approva immediatamente un provvedimento che riduca le tasse per dipendenti e pensionati o sarà sciopero generale.
D’accordo con Cisl e Uil
“Sono d’accordo con loro”, ha replicato Calderoli a stretto giro, “perché la riforma fiscale va fatta e subito, diversamente dovrò partecipare anch’io al loro minacciato sciopero generale e dovrò essere in piazza con loro e non più come rappresentante di governo”.
Insomma, la Lega conferma la sua ambivalenza e tenta ancora una volta di restare forza di lotta e di governo. L’obiettivo è quello di mantenere la sintonia con il suo elettorato. E la strada sembra quella giusta.
A Pontida tutto è pronto per Bossi
A Pontida tutto è pronto per confermare l’appoggio al leader indiscusso, Umberto Bossi.
I giovani quest’anno sono più del solito tanto che i camper e le tende piantate intorno alla spianata del giuramento, hanno occupato strade e vicoletti.
Il tenore di slogan, striscioni è più agguerrito che mai.
“Io odio Roma” e “Padania libera”
Si va dallo sfogo banale scritto sulla maglietta “Io odio Roma”, alla riflessione storica esibita accanto al palco “150 anni di infamia non possono cancellare millenni di storia, Padania Libera!!!”, fino alla scritta contro gli stranieri stampata accanto a un soiux: “Loro non hanno potuto mettere regole all’immigrazione, ora vivono nelle riserve”.
Straccetti speziati, spiedini e birre “made in Padania”
Ma a parte simboli e atmosfera, a Pontida in molti sono più realisti del re. Se parli con i ragazzi e le ragazze che cuociono straccetti speziati e spiedini, e offrono birre artigianali rigorosamente made in Padania, capisci che nessuno è davvero convinto della necessità di fare lo sgambetto a Berlusconi e uscire dal governo.
“Da soli non possiamo mai vincere e le riforme si fanno a Roma”, commenta un giovane consigliere comunale di Cornaredo, in provincia di Milano.
“Aspettiamo di vedere cosa dirà Bossi domani e quanto parlerà”, gli fa eco un compagno di partito del vicino Bareggio. Anche se entrambi sono convinti che il Senatùr resta il capo da seguire qualunque cosa accada.
Ma la linea di Bossi riapre una crepa nel Pdl.
Da Roma, infatti, il Governatore della Regione Lazio, Renata Polverini, annuncia una raccolta di firme per tenere nella capitale i ministeri.
Alfano (Pdl): “Solo sedi di rappresentanza
Cerca di spegnere subito il nuovo incendio, il segretario del Pdl e ministro della Giustizia Angelino Alfano rispondendo a una domanda sulla richiesta di Umberto Bossi di quattro ministeri in Lombardia spiega che dovranno essere sedi di rappresentanza.
“Abbiamo già detto con Berlusconi qual è la nostra opinione, perché alcune sedi di rappresentanza – afferma Alfano – le avevano già concordate e non mi pare che da questo punto di vista ci fossero grandi problemi”.
Argomenti: silvio berlusconi