Le esternazioni inopportune di Napolitano
Top

Le esternazioni inopportune di Napolitano

Il centro destra è in crisi, Berlusconi latita e il presidente della Repubblica sempra soffrire di una crisi di interventismo acuto.

Giogio Napolitano e Silvio Berlusconi
Giogio Napolitano e Silvio Berlusconi
Preroll

Desk Modifica articolo

22 Luglio 2011 - 09.30


ATF

Con la latitanza di Berlusconi e la crisi del centro destra il presidente della Repubblica sembra preso da interventismo acuto. Sarebbe il caso di smetterla.

Dopo la “promozione” della insensata guerra in Libia e le non opportune pressioni per accelerare il voto senza dibattito parlamentare sulla scellerata manovra finanziaria varata dal centro destra adesso l’inquilino del Colle si cimenta con la giustizia. E con un colpo al cerchio ed uno alla botte nasconde le responsabilità di Berlusconi nella crisi del sistema giudiziario nazionale.

Ha detto Napolitano: “Vanno evitate condotte che creino indebita confusione di ruoli e fomentino l’ormai intollerabile, sterile scontro tra politica e magistratura” evidentemente dimenticando gli ormai quasi vent’anni di assalti all’arma bianca che il Cavaliere lancia contro i giudici spesso per motivi strettamente personali: i processi a suo carico.

Con una frase che offende l’intelligenza umana, il presidente ha aggiunto: “Non spetta al Capo dello Stato suggerire o valutare disegni di riforma della giustizia, che sono prerogativa del parlamento nella sua dialettica tra maggioranza e opposizione e nella ricerca di qualificati rapporti esterni a fini di ampia condivisione”, ma “dobbiamo mirare tutti assieme ad un recupero di funzionalità, e insieme di razionale e limpido profilo, del sistema”. Bene, ma se è vero come è vero che “non spetta al Capo dello Stato suggerire o valutare”, sarebbe opportuno anche evitare di “augurarsi’ cose, per altro ovvie e scegliere con fermezza la linea del silenzio.

Il presidente, poi, ha ancora una volta criticato “l’intollerabile scontro tra politica e magistratura” ed ha richiamato i magistrati ad operare facendo “un uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi bilanciando le esigenze del procedimento con la piena tutela dei diritti costituzionalmente garantiti”. Ed ha spiegato: “Il discorso vale in specie, per le intercettazioni cui non sempre si fa ricorso – come invece insegna la Corte di Cassazione – solo nei casi di assoluta indispensabilità per le specifiche indagine e delle quali viene poi spesso divulgato il contenuto pur quando esso è privo di rilievo processuale», ha detto ricordando che può essere lesivo della «privatezza dell’indagato, o ancor di più, di soggetti estranei al giudizio”.

Napolitano dovrebbe ben sapere che la magistratura non ha mai aperto polemiche con la ‘politica’, ma semmai ha tentato di impedirne le ruberie. Ed alcuni partiti, evidentemente ‘seccati’ per le intromissioni dei giudici hanno proceduto al varo di decine di provvedimenti ad personam, per garantirsi l’immunità. Per le intercettazioni, inoltre, se illeciti vi sono stato che Napolitano li denunci in modo esplicito, invece di riferirsi ad una tecnica investigativa che più di altre è in grado di colpire il malgoverno e la corruzione.

Il presidente ha quindi sottolineato: “Fin dal 2007 ho invitato i magistrati a ispirare le proprie condotte a criteri di misura e riservatezza, a non cedere a fuorvianti esposizioni mediatiche, a non sentirsi investiti di improprie ed esorbitanti missioni ad non indulgere ad atteggiamenti protagonistici e personalistici che possono mettere in discussione l’imparzialità dei singoli, dell’ufficio giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale”.

Secondo il Capo dello Stato le ‘violazioni’ si verificherebbero “quando il magistrato si propone per incarico politici nella sede in cui svolge la sua attività oppure quando esercita il diritto di critica pubblica senza tenere in pieno conto che la sua posizione accentua i doveri di correttezza espositiva, compostezza, riserbo e sobrietà”. Infine il presidente ha pronunciato una banalità carica, tuttavia, di doppi significati: “Il magistrato deve assicurare – in ogni momento, anche al di fuori delle sue funzioni – l’imparzialità e l’immagine di imparzialità su cui poggia la percezione che i cittadini hanno della sua indipendenza e quindi la loro fiducia”.

Le continue esternazioni di Napolitano stanno travalicando il ruolo che la Costituzione affida al presidente. Ma quel che è peggio è che il Capo dello Stato dietro una apparente imparzialità sta affermando logiche che sono proprie dei sistemi presidenziali. In questo caso, poi, trasformando l’assedio che da anni il centro destra e Berlusconi stanno portando contro la magistratura in un “duello tra antagonisti”. E mai ricostruzione fu meno obiettiva di questa.

Native

Articoli correlati