Berlusconi: paese di merda, ma resto qui
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Berlusconi: paese di merda, ma resto qui

In un'intercettazione il premier si sfoga con Lavitola. Da Parigi nuovo affondo contro i "partiti anti-italiani che aizzano i mercati".

Silvio Berlusconi
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2 Settembre 2011 - 14.23


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di Angelo Angeli

“Tra qualche mese me ne vado … vado via da questo paese di merda… di cui… sono nauseato… punto e basta…”: parole del premier, Silvio Berlusconi. In questi termini il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è sfogato durante una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull’utenza panamense di Valter Lavitola, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.
Sono lontanti i tempi dell’Italia paese che amo!

Conversazione rilevante nell’inchiesta per estorsione

Secondo il gip di Napoli – che ha disposto l’arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi – la conversazione in questione è “rilevante” in quanto attesta la “speciale vicinanza” tra il premier e Lavitola e la “natura dei rapporti” tra i due, “rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato ‘informatore’ su vicende giudiziarie che, benché riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi”.

Una telefonata di 13 minuti

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È Berlusconi a contattare Lavitola sull’utenza panamense di quest’ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale ‘Alfredo’. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie.
È in questo contesto che si coglie l’amarezza del premier. “…anche di questo – dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 – non me ne può importare di meno… perchè io …sono così trasparente..così pulito nelle mie cose… che non c’è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato…quindi..io sono assolutamente tranquillo…a me possono dire che scopo..è l’unica cosa che possono dire di me…è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente…io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei…da un’altra parte e quindi…vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”.

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Opposizione criminale

Quello che Berlusconi pensa del nostro paese non emerge del resto solo dalle intercettazioni. Ieri a Parigi ha rincarato la dose, questa volta sull’opposizione.
“Purtroppo – ha detto – in Italia abbiamo un’opposizione anti-italiana”, che ha un atteggiamento “criminale e che influisce negativamente sui mercati e aizza le speculazioni”.
Poi, però, il presidente del Consiglio ha commentato indirettamente anche la frase intercettata. “Non me ne vado, resto in Italia”, ha affermato, pensando così di rassicurare tutti.

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