Crisi, Tremonti: Non mi dimetto, mi caccino
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Crisi, Tremonti: Non mi dimetto, mi caccino

Berlusconi ce l'ha col ministro dell'Economia, che replica duramente da Washington. L'ipotesi Letta: "Una cabina di regia per ingabbiare Giulio".

Crisi, Tremonti: Non mi dimetto, mi caccino
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24 Settembre 2011 - 11.55


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di Angelo Angeli

Si acuisce lo scontro tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il suo ministrio dell’Economia, Giulio Tremonti, che non sembra particolarmente colpito dai velenosi attacchi che gli arrivano dal premier e dal Pdl.
“Immorale”, è stata definita la sua assenza a Montecitorio per il voto sull’arresto di Milanese.
Ma Giulio non si scompone. Sa che la sua uscita provocherebbe una crisi di governo dagli esiti decisamente incerti anche per Berlusconi. E fronteggia con durezza, quindi, il nuovo attacco. Anche se Palazzo Chigi studia delle contromosse.

Tremonti: “Provino a cacciarmi”

“Provino a cacciarmi, se ne hanno la forza”: risponde da Washington, dov’è in corso il vettice tra i ministri economici del G20 e vertici del Fmi alle prese con la crisi globale.
Tremonti non ha svuotato i cassetti del ministero di via XX settembre e non vede alcuna ragione per dimettersi.
“Io sono qui a lavorare per l’interesse del paese – dice – e Silvio che fa? Mi vuole sfiduciare? Se ne ha la forza mi cacci, provino a farlo”.
Se non si dimette Berlusconi, inquisito in tutta Italia e inseguito da intercettazioni compromettenti, non capisce perché dovrebbe farlo lui.

L’ipotesi Letta: “Una cabina di regia per ingabbiarlo”

Sui quotidiani di oggi si legge, del resto, che anche Gianni Letta teme che le dimissioni di Tremonti aprano una crisi di governo che non si sa come potrebbe concludersi.
Letta propone, piuttosto, un “direttorio” o una cabina di regia per l’economia che faccia diventare insofferente Tremonti e lo induca a lasciare il ministero.
Ma il braccio di ferro è ancora in corso.

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