Berlusconi si salva ma politicamente è morto

316 sì alla fiducia di un governo frantumato che si salva dopo aver rischiato molto. Aumentano i mal di pancia Pdl, ma nell'opposizione nuova frattura con i radicali.

Berlusconi si salva ma politicamente è morto
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redazione Modifica articolo

14 Ottobre 2011 - 12.24


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L’Ultima trincea. La Camera ha confermato la fiducia al governo. I voti a favore sono stati 316, 301 i contrari. La maggioranza richiesta era di 309 voti. I votanti in tutto sono stati 617. Scoppia il caso Radicali. Il premier: “Vado da Napolitano”. Pd: “perdono pezzi”

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I ribelli della maggioranza.
Sono Fabio Gava e Giustina Destro del Pdl e Luciano Sardelli di Popolo e territorio i deputati dei gruppi di maggioranza che non hanno risposto alla chiama, tra i 12 che alla fine sono risultati complessivamente assenti. Prevista la non presenza, sempre nel Pdl, di Alfonso Papa e Pietro Franzoso, quest’ultimo ricoverato in ospedale. Non hanno votato neanche Antonio Buonfiglio, formalmente in Fli anche se nelle settimane scorse ha annunciato l’abbandono del partito; Santo Versace, che ha lasciato il Pdl; Calogero Mannino, che fa parte del gruppo Misto. Attesa anche l’assenza del recordman Antonio Gaglione, mentre nelle file dell’opposizione non c’erano Mirko Tremaglia, di Fli, in precarie condizioni fisiche; la Radicale Elisabetta Zamparutti, in Ruanda; e Carmelo Lo Monte, dell’Mpa, in Argentina.

Radicali non determinanti
“I Radicali non sono stati determinanti”. Dario Franceschini fuga ogni dubbio sul valore del voto dei Radicali sulla fiducia. Numeri alla mano e supportato dai conti fatti da Roberto Giachetti, Franceschini spiega che al termine della prima chiama i votanti erano 322, di cui 315 sì (voti di maggioranza) e 7 no (cinque radicali e due Autonomie). Dunque il numero di 315, necessario per far scattare il numero legale, era già stato raggiunto prima dell’ingresso in aula dei radicali.

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Dichiarazioni di voto tra amici. All’inizio era presente persino Berlusconi a risentire quanto concordato con i capigruppo della maggioranza, ma nessun parlamentare di altri gruppi da poter tentare di convincere. Crisi politica evidente all’interno del governo. Mancava la controprova dei numeri che oggi non c’è stata.


Il numero legale.
Mossa a sorpresa dell’opposizione, dopo l’assenza spregiativa al dibattito, la non presenza in aula alla prima chiamata per il voto di fiducia. Tra malattie vere e mal di pancia più politici, il numero dai parlamentari di Pdl, Lega e acquisti vari, hanno rischiato di non raggiungere il numero legale. Per un pelo.


Poi solo il Quirinale.
In questo scenario, anche una maggioranza composita di 316 voti a favore non sembra dare risposta al quesito del Presidente della Repubblica. Quale governo e quale maggioranza di fronte alla grave crisi del Paese? Prossimi inevitabile intervento del Quirinale di fronte ad una fantasia Pdl, Lega con astensione Radicale.

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