Dura tre giorni e tutti i musulmani sanno che è la festa più importante. E’ la festa del sacrifico, detta anche “festa grande” per distinguerla dalla “festa piccola”, quella della rottura del digiuno.
Nel giorno della festa del sacrificio, che quest’anno cade proprio oggi, si sgozza un montone, per ricordare il giorno in cui Abramo/Ibrahim si preparò a sacrificare suo figlio come ordinato da Dio, per poi all’ultimo momento sostituirlo con un montone, quando Dio fermò la mano di Abramo/Ibrahim. E’ dunque la festa della totale sottomissione alla volontà divina.
Oggi anche noi diamo l’impressione di rimetterci alla volontà dei governi europei, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea, degli operatori finanziari, dei mercati, in ultimo si direbbe del buon senso, sacrificando l’imperatore al loro indiscutibile volere. C’è un qualcosa di curioso nella coincidenza tra il sacrificio di Silvio e la festa del sacrificio, vista la scarsa simpatia dell’attuale maggioranza nei confronti dell’Islam.
Ma la coincidenza colpisce. Proprio nel giorno della Festa del Sacrificio i maggiorenti del Pdl decidono di offrire l’estremo sacrificio all’Onnipotente mercato. Verrebbe da dire: “meno male che per amor di patria (religiosa) non hanno deciso di aspettare l’Epifania, camuffando Alfano, Cicchitto e Gasparri da re magi che portano in dono le dimissioni del premier a re Giorgio.
Resta però un problema: il sacrificio per essere davvero un omaggio alla volontà dell’Onnipotente comporta la comprensione della volontà divina, che in questo caso è chiara: patrimoniale e pensioni di anzianità molto più strette. Sicuro che lo hanno capito?
PS: l’occasione è gradita per fare, fuor di metafora, gli auguri di buona festa ai nostri lettori di fede islamica.
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