Mario Monti senatore a vita. Il Jolly del Quirinale
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Mario Monti senatore a vita. Il Jolly del Quirinale

Mossa a sorpresa che scopre le carte. L'economista, 68 anni, stimato in tutto il mondo, sarà il premier di un governo tecnico che salvi l'economia. 

Mario Monti senatore a vita. Il Jolly del Quirinale
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9 Novembre 2011 - 22.59


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Comunicato. “Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatore a vita, ai sensi dell’articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il professor Mario Monti, che ha illustrato la patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale. Il decreto è stato controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi. Il presidente Napolitano ha informato della nomina il presidente del Senato della Repubblica, senatore Renato Schifani. “Il capo dello stato ha dato personalmente notizia della nomina al neo senatore, porgendogli i più vivi auguri”.

Conseguenze. Il suo suo nome circolava già da settimane. Come premier di un governo che gestisca l’emergenza economica. Saranno i prossimi giorni a dire se l’economista stimato in tutto il mondo sarà davvero chiamato al tentativo – difficile – di formare un governo tecnico. Intanto però entra a Palazzo Madama. Dalla porta più prestigiosa. Quella che viene aperta dal Quirinale: senatore a vita. E la politica politicante dei partiti sarà costretta a rivedere le sue strategie. L’attesa di elezioni politiche anticipate chiesta da Berlusconi tramonta sotto i colpi dei mercati.

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Tempi accelerati intanto per il decreto sulla Legge di Stabilità che rappresenterà il de profundis dell’attuale governo e l’avvio di rapidissime consultazioni del Quirinale per il nuovo governo. Il panico delle borse, l’attacco della speculazione finanziaria internazionale spingono Berlusconi all’angolo e non consentono rinvii e tempi lunghi. Nello stesso stesso Pdl nuovi adepti per il cambio. Entro la fine di questa settimana, prevedono in molti, il dopo Berlusconi e il nuovo governo. Prima che lunedì le borse riaprano e continuino il saccheggio dell’Italia che lavora e che produce.

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