Sceglierci i parlamentari senza Porcellum
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Sceglierci i parlamentari senza Porcellum

La decisione della Corte Costituzionale attesa nel pomeriggio. I giudici divisi. I referendari aumentano il loro pressing. Tre scenari ipotizzati.

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11 Gennaio 2012 - 10.33


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di Franco Pennello

Conto alla rovescia per la decisione della Corte Costituzionale sui due referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale. Il cosiddetto Porcellum di Calderoli. È iniziata puntualmente, poco dopo le 9,30, la camera di consiglio: i 15 giudici decideranno dei quesiti firmati da 1,2 milioni di cittadini. A quanto si è capito nei giorni scorsi i giudici sono divisi. Bisognerà cedere se troveranno un punto di incontro o se bilanceranno, in qualche modo, la loro decisione. La sentenza è attesa per il pomeriggio.

Pioggia di tweet. Proprio in queste ore i referendari stanno dando battaglia. E sta aumentando il pressing sulla Consulta con una pioggia di tweet in rete con scritto “Preferisco preferire”. E ancora “No al Porcellum”, “Sì referendum” e “Riprendiamoci la democrazia”, aderendo a un’iniziativa lanciata dal gruppo “Basta casta”.

Cambiamo la legge elettorale. Intanto le forze politiche si mostrano tutte d’accordo con la necessità di mandare in soffitta il “Porcellum”. Ma la possibilità che la consultazione venga bocciata e che il sistema di voto resti così com’è, anche al prossimo rinnovo del Parlamento, resta alta. Perciò i sostenitori del referendum accusano i partiti di esercitare pressioni sulla Consulta, perché decida per il “no”.

Chi spera nella bocciatura. Contano sull’ipotesi che la Consulta, attenendosi ai suoi precedenti orientamenti, non possa permettere che con l’abrogazione dell’attuale legge si crei un vuoto normativo in una materia delicata come quella elettorale. Dal canto loro i referendari ribattono che la consultazione non provocherebbe alcun vuoto, perché tornerebbe automaticamente in vita il vecchio Mattarellum.

E il governo? A favore dell’ammissione si è schierato il ministro Balduzzi, che da costituzionalista si è unito “all’appello di 11 colleghi”, convinti che il referendum possa tra l’altro “svolgere una funzione di pungolo per il varo in Parlamento di una nuova legge elettorale”.

Giochi aperti. Ad ogni modo negli orientamenti dei giudici costituzionali i giochi sembrano ancora aperti. I 15 giudici della Corte costituzionale chiamati a decidere, appaiono al momento divisi in parti uguali tra chi è orientato a dire sì e chi al contrario propende per il no alla validità dei quesiti. La partita dovrebbe dunque giocarsi sul filo di lana.

Scenario 1: referendum ammessi

Se la Corte costituzionale mercoledì 10 gennaio accogliesse la richiesta dei cittadini, a giugno si andrebbe a votare per abrogare la legge Calderoli, più nota come Porcellum. E il risultato sarebbe il ritorno in vigore del Mattarellum. Un sistema sgradito ai partiti. Perciò appare fin d’ora probabile il tentativo delle forze politiche di anticipare il verdetto dei cittadini, approvando prima di giugno una riforma in Parlamento, che annulli il referendum.

Scenario 2: quesiti bocciati

Nel caso in cui, al contrario, la sentenza della Consulta bocciasse subito la consultazione, il rischio è che i tempi parlamentari si allungherebbero di molto. E una riforma del Porcellum potrebbe non vedere la luce in questa legislatura.

Scenario 3: elezioni anticipate

Ma c’è anche un terzo scenario. Prevede che la Consulta dica sì al referendum, ma poi qualche partito, per tornare a votare con la legge attuale, decida di provocare elezioni anticipate già in primavera. Con la conseguente caduta del governo Monti. Una ipotesi che il ministro della Salute, Renato Balduzzi, dice di escludere.

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