La Consulta, con due “no”, ha bocciato entrambi i quesiti presentati dal comitato promotore del referendum sulla legge elettorale, sia, dunque, quello che chiedeva l’abrogazione totale della legge Calderoli nota come “Porcellum”, sia quello che ne chiedeva l’abrogazione per parti.
Per i giudici costituzionali non ci sono “aspetti di merito rilevanti” nei due quesiti di illegittimità proposti dal comitato elettorale per abrogare la legge elettorale, questo il motivo della loro inammissibilità. La legge Calderoli però secondo i giudici andrebbe comunque cambiata. Nella motivazione che verrà depositata nei termini di legge, la Corte Costituzionale solleciterebbe comunque il Parlamento a cambiare il Porcellum. Necessità ribadita quasi all’unanimità nei primi commenti, dopo la notizia della pronuncia della Consulta.
Immaginabili le proteste e le contestazioni dei Comitati promotori del referendum. Immediata la reazione di Antonio Di Pietro: “È una scempio di democrazia – afferma il leader dell’Italia dei valori – così si rischia il regime”. A stretto giro, arriva la reazione del Quirinale, dove si rileva che parlare della sentenza odierna della Corte Costituzionale come di una scelta adottata “per fare un piacere al Capo dello Stato” è una insinuazione volgare e del tutto gratuita, che denota solo scorrettezza istituzionale.
Deluso Pierluigi Bersani, che chiede ora al Parlamento di agire. “Chi come noi ha dato un aiuto decisivo alla raccolta di firme, non può certo gioire per la decisione della Consulta ma la rispettiamo. Adesso tocca al Parlamento agire e noi da domani siamo impegnatissimi a cambiare il porcellum”, commenta il segretario del Pd. Sulla stessa linea Massimo D’Alema, che sottolinea l’obbligo morale del Parlamento a cambiare rapidamente la legge elettorale, perché quella “attuale è insostenibile e inaccettabile per i cittadini”.
E’ d’accordo Italo Bocchino: il Parlamento deve occuparsi subito di una nuova legge elettorale, dando risposta alla richiesta venuta da oltre un milione di italiani. “Serve una legge elettorale che restituisca agli italiani la possibilità di scegliere i loro deputati e senatori”, sostiene il vicepresidente di Fli. Anche per Angelo Bonelli dei Verdi, “il Parlamento non può non considerare più di un milione di italiani che hanno firmato per il referendum elettorale”. Oggi più che mai, aggiunge, “è necessario restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti: questa è l’unica strada per restituire agli italiani la fiducia nella politica che ormai ha toccato livelli bassissimi”.