Il nuovo volto di Lampedusa è donna

Giusi Nicolini è stata eletta sindaco, battendo De Rubeis. E' un'ambientalista, ha diretto la riserva marina e ha tante idee per la sua splendida isola.

Il nuovo volto di Lampedusa è donna
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8 Maggio 2012 - 18.04


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di Tancredi Omodei

Quaggiù è già calda estate. Il mare è leggermente increspato dal vento che arriva dall’altra sponda del Mediterraneo, porto di destini che il più delle volte sono naufraghi su questa splendida spiaggia. Lampedusa, il comune più a sud d’Italia, mentre tutto il Paese dibatte sul messaggio del voto amministrativo, ha una certezza: un sindaco donna, ambientalista e che ha diretto la riserva marina. Giusi Nicolini ha vinto battendo due ex sindaci, uno l’uscente De Rubeis, che era il candidato della senatrice leghista Maraventano.

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Giusi Nicolini è stata sostenuta da una lista civica, da diverse associazioni, dal Pd, dal sindaco della dirimpettaia Porto Empedocle, quel Lillo Firetto che è l’uomo nuovo dell’Udc in Sicilia e che è venuto qui a chiudere la campagna elettorale, accanto al nuovo sindaco dell’arcipelago.

E’ Giusi Nicolini, infatti, a ricordarmi che del Comune fa parte anche la vicina Linosa: “Isola straordinaria e particolarissima – ricorda – che è sicuramente un modello di sostenibilità”.

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Lampedusa in questi giorni è un paradiso per pochi. E il lavoro di Giusi Nicolini partirà proprio da questo: “Il mio impegno è quello di destagionalizzare il turismo, per evitare che l’isola scoppi per due mesi e che poi non si colga appieno e si disperda il valore di una stagione lunga almeno 8 mesi”. Qui, infatti, è estate da aprile a novembre, e il tempo più bello per vivere l’isola e quando tutti sono andati via e la natura e il mare offrono la mitezza di un autunno straordinario. “Un turismo ripensato, un nuovo sistema del governo del ciclo dell’acqua e dei rifiuti, una nuova cultura dell’ospitalità – dice Nicolini – sono i primi punti del mio programma. Alla gente bisogna far capire che è meglio dare in affitto le case per una stagione lunghissima, anziché concentrarsi su una offerta legata a luglio e agosto”. Questo comporta una ritrattazione del sistema dei trasporti: “Le navi sono vecchie e non reggono il mare che superi forza 4. A risentirne è la pesca, col prodotto che non può raggiungere Porto Empedocle. Il traporto aereo e troppo precario e non consente programmazione perché ogni anno si fa il bando e le compagnie, costrette a ridiscutere le condizioni, passano sempre da una momentanea sospensione del servizio”.

Andare a Palermo e tornare ha un costo troppo alto per le famiglie, per gli studenti: visite mediche, il parto… Per questo, nel programma Giusi Nicolini ha messo la realizzazione di una casa famiglia per i lampedusani che sono costretti ad assistere un familiare in ospedale, a Palermo. Nell’attesa, al personale del poliambulatorio dell’isola hanno dimezzato le ore, e per esempio, si può disporre dell’urologo solo due ore la settimana.
“Dopo anni di crescita edilizia indiscriminata è tempo di ripensare tutto – aggiunge Giusi Nicolini – si deve andare ad una ristrutturazione e “rilettura” dell’esistente, riconvertendo le case e le strutture turistiche al solare e al fotovoltaico. Questo vorrà dire nuove occasioni di lavoro, anche in un settore che sapeva solo costruire e costruire indiscriminatamente, a scapito dell’ambiente”. Dunque, un piano regolatore; un piano che parta da un bene assoluto e unico, la riserva naturale.

Il tema dell’immigrazione. “Lampedusa è sempre stata nella storia la ciambella di salvataggio dei naufraghi – ricorda il nuovo sindaco – E’ sulla rotta degli uomini e dei flussi della natura, si pensi al passaggio dei cetacei… Lampedusa continuerà a dare soccorso a tutti, fa parte della nostra identità… Il ministro Cancellieri ha già avviato quanto si doveva per riconsegnare all’isola un centro di accoglienza funzionale, ma quello che non si potrà mai più fare e l’idea sciagurata di muoversi in una logica dell’emergenza, che giustifica tutto, anche l’illegalità e il mancato rispetto dei diritti dell’uomo”. Il centro di Lampedusa, pensato per soccorrere 350 persone, infatti, spesso, si è ritrovato a contarne anche 2mila e 400.
“Questo non dovrà più accadere – dice Giusi Nicolini – qui i naufraghi, come sempre, troveranno aiuto e la solidarietà della nostra gente, poi, nei tempi previsti dalle norme dovranno lasciare quest’isola e sarà compito dello Stato proseguire un compito di civiltà per uomini, donne e bambini che bussano alla nostra porta”.

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