“Sono abituato a ballare coi lupi!”. Rosario Crocetta è uno che mette in mora pure la cerchia dei giornalisti che lo accolgono nella sede del comitato elettorale di Palermo quando lo spoglio sembra ormai spianare la strada all’ex sindaco di Gela verso il portone di Palazzo dei Normanni. I giornalisti continuano ad avere come riferimento la vecchia politica, Crocetta parla con parole nuove, con nuovi riferimenti che seppelliscono la logica della politica fatta di vertici, trame e patti.
“Sono abituato a ballare coi lupi, e non ho paura della mafia e di tutti gli ostacoli che il vecchio sistema tenterà di mettermi tra le gambe. Con me cambia la storia, sono il primo presidente della Regione antimafia e di sinistra, e con me a Palazzo dei Normanni è la rivoluzione”.
Rosario Crocetta chiude il suo percorso elettorale così come lo aveva iniziato, al megafono. I giornalisti lo inseguono con le domande sulle alleanze, e lui si smarca dicendo loro che sono superati dal tempo nuovo che soffia a Palermo, in questo tardo pomeriggio del 29 ottobre 2012 che è di festa ma che ha un cielo grigio, forse per rispettare la gravità dei problemi che attendono il nuovo presidente, primo il lavoro.
Chi non conosce Crocetta non può capire appieno il perché di un successo. Chi lo conosce da tanto, e lo ha visto muoversi a Gela, da sindaco, allora comprende il senso delle parole che spende quando ancora non è entrato a Palazzo dei Normanni. Una politica fatta di strette di mano e di partecipazione ai sentimenti, alla disperazione come alle speranze.
“La Sicilia non è povera, è ricca. E’stata una classe dirigente corrotta e inetta che ha portato l’Isola a questo punto. I soldi ci sono, basta fare pulizia di privilegi, spazzando via cricche e casta”.
Primo impegno? Revocare tutte le costose consulenze inutili, azzerare la schiera di dirigenti coperti d’oro.
E la metà dei siciliani che ha scelto di non votare ? Crocetta:“Rispetto anche loro, non riesco a dare loro torto. Ma ora, dopo le proteste, è il tempo del cambiamento. Non li deluderò. Non andrò alla ricerca di alleanze, sceglierò cosa fare per il bene della Sicilia e sui progetti cercherò il consenso. Se gli ostacoli saranno tanti, mi rivolgerò ai siciliani e vedrete che il consenso attorno a me crescerà, raddoppierà!”.
“Dedico la mia vittoria ai giovani, e a mia madre che mi diceva sempre quanto fosse importante l’onesta”.
La Sicilia cambia, per certi versi era già cambiata quando Crocetta si era fatto strada e si era imposto come candidato anche nel suo schieramento. Ora la Sicilia di Crocetta si impone oltre lo schieramento che lo ha sostenuto. Impone cambiamenti dentro e fuori, nelle altre forze politiche, anche in quelle costrette a ripartire da zero, o quasi.