Il segretario del Pd Pierluigi Bersani balla da solo, e anche se le carte in tavola sono cambiate, e parecchio, negli ultimi due giorni lui rimane fermo sulla sua posizione: “Io credo che il professor Monti sia più utile al paese se rimane fuori dalla contesa. setto questo ribadisco che ognuno ha la piena libertà di fare quel che vuole”.
Il segretario del Pd il giorno dopo il terremoto si candida a guidare il paese: “Solo il centrosinistra può dare affidabilità e certezze ai mercati”. E’ in questa chiave che Bersani pensa di giustificare di fronte alla gente l’appoggio al governo dei tecnici, inviso a molti: “Sono convinto – ha detto – che senza il
centrosinistra l’Italia potrebbe diventare un problema per l’Europa e per il mondo. Noi siamo quelli che abbiamo aggiustati i conti, portato l’Italia nell’Europa e tenuto una politica saldamente europeista. Se si osserva il panorama politico attorno a noi, questa affidabilità non può essere garantita da nessuno”. Sopratutto non da Berlusconi, è il sottinteso.
Il Pd voleva avere il tempo di preparare bene la campagna elettorale, soprattutto mettendo a posto le cose dentro al partito, dove bisogna studiare bene le liste che, dice Bersani “saranno composte in una chiave di partecipazione”. In ogni caso il voto a febbraio gioca bene per il Pd, perché la mobilitazione della base per le primarie è ancora forte, come anche l’impressione che hanno saputo imprimere nel paese, dando al Pd una immagine di novità e cambiamento. “C’è bisogno di una grossa riscossa civile – ha detto bersani – e io ho una enorme fiducia negli italiani”, insistendo su quel “mood” popoular che il segretario del Pd – poco a suo agio con la comunicazione – ha affinato proprio grazie all’esperienza delle primarie.
