Pd Lazio, l'assalto dei diversamente renziani
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Pd Lazio, l'assalto dei diversamente renziani

Lorenza Bonaccorsi sembrava la favorita per la presidenza regionale, ma mo ha fatto i conti con il partito romano che rifugge dalle logiche nazionale e va diritto per la sua strada.

Pd Lazio, l'assalto dei diversamente renziani
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24 Gennaio 2014 - 19.23


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di Francesco Blasilli

Lorenza Bonaccorsi, forse perché convinta di avere la corsa spianata per la presidenza del Pd Lazio, quasi si tira indietro perché “mi fa ridere che io sia sempre candidata per qualunque cosa, una sorta di nome buono per tutte le stagioni”. Effettivamente, Matteo Renzi, sta cercando da più di qualche stagioni (estate-autunno-inverno) di mettere la bandierina stile Risiko sulla Capitale.

Solo che a Roma, nonostante il plebiscito per il sindaco di Firenze, i renziani sono davvero pochi: Gentiloni (che ha giusto un pugno di voti) e il sindaco Marino (che è detestato dal Pd romano). Gli altri sono “diversamente renziani” ovvero sono renziani per convenienza, ma in realtà vanno ognuno per la loro strada e, al massimo, possono professarsi bettiniani. Spunta così, da Rieti con ardore, Fabio Melilli che sarebbe sponsorizzato da Franceschini, il quale è tutt’altro che conciliante (come chiede la Bonaccorsi), dopo che nessun posto è stato assegnato in Campidoglio alla sua fidanzata, Michela De Biase, Poi spunta la candidatura di Mirko Coratti – nome forte – che è antitetica più che mai alla posizione del sindaco Marino, visto che il presidente dell’Aula Giulio Cesare da tempo chiede, inascoltato, un posto in Giunta.

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Insomma, il Pd romano vuole bruciare la Bonaccorsi, vuole mandare un segnale al sindaco di Firenza (qui comandiamo noi) e uno al sindaco di Roma (inutile che ti appoggi a Renzi, qui non conta niente). A Roma il Pd prosegue diritto per la sua strada. E non saranno le mode del momento (Renzi) o le scelte azzardate (Marino) a fargli prendere deviazioni improvvise.

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