Renzi: mille giorni per le riforme
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Renzi: mille giorni per le riforme

Secondo il premier «L'Italia è uscita dalla depressione economica, ma non dalla crisi. Uscirà dalla crisi se tutti insieme andremo nella stessa direzione».

Renzi: mille giorni per le riforme
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24 Giugno 2014 - 12.02


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Per il premier Matteo Renzi è arrivato il momento di affrontare l’argomento del semestre europeo a guida italiana. Alla Camera ha detto: “Noi, a differenza di quanto fece la Germania nel 2003, vogliamo rispettare il 3%. L’Italia non deve vedere l’Europa come il luogo delle autorizzazioni, nessuno può autorizzarci a fare l’Italia, se l’Italia fa l’Italia non la ferma nessuno”.

“Alziamo l’asticella delle ambizioni piuttosto che alzare la voce”, ha detto il premier. “L’Italia intende presentarsi in questo semestre di presidente dell’Ue con un pacchetto unitario di riforme”, ha spiegato il premier a Montecitorio. “Vogliamo smettere di vivere l’elenco delle raccomandazioni dell’Ue come una lista della spesa che sembra essere un elenco delle cose da fare quasi che questo trasformi l’Europa in una vecchia zia noiosa che ci spiega i compiti da fare”.

L’ex sindaco di Firenze ha poi aggiunto che “tre anni è un periodo ampio per poter riportare l’Italia a fare l’Italia, per consentire di non farsi dettare l’agenda da un soggetto esterno e dire che le riforme le facciamo perché ne siamo consapevoli”. “Il semestre non è convocare un vertice ma mettere in campo la moral suasion” per far tornare l’Europa protagonista del suo tempo.

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Renzi ha spiegato che “la sfida in cui siamo, come Italia, è un’Italia che sia nelle condizioni di investire nella politica, che oggi ha la responsabilità di prendere la moneta, di dire che rispettiamo le regole ma anche di dire che o l’Europa cambia marcia o non esiste la possibilita’ di crescita”.

“Se non aumenteranno i posti di lavoro – ha sottolineato poi il premier – non ci sarà nessuna stabilità. Non andiamo in Europa a chiedere una poltroncina o a battere i pugni sul tavolo, ma per fare politica”. “L’Europa non è il luogo in cui si vive di codicilli e cavilli. Non e’ la terra di mezzo dei cavilli, i milioni di giovani della prima guerra mondiale non sono morti perche’ noi ci azzuffassimo sui cavilli”.

Dalla cena di giovedì sera dei leader del Consiglio europeo deve “uscire un accordo complessivo” sulle nomine. Non basta sapere chi sarà il presidente della commissione se non si decide anche chi guiderà l’Europgruppo o il Consiglio europeo, ha detto Renzi parlando in aula sul prossimo Consiglio Ue. “Siamo a un bivio, non dipende da chi mettiamo a fare il presidente. Ci siamo impegnati, come Italia, perché si affermasse un metodo: prima di decidere chi guida decidiamo dove andare”, ha aggiunto il premier.

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