Consulta e Ocse: buchi neri per Renzi
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Consulta e Ocse: buchi neri per Renzi

Il premier deve fare i conti con la crisi politica interna ad alcuni partiti e con i dati che confermano la crisi nell’eurozona e soprattutto in Italia.

Il premier Matteo Renzi
Il premier Matteo Renzi
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16 Settembre 2014 - 16.11


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di Nuccio Fava

Renzi è oratore efficace, ricco di suggestioni e carica comunicativa che raggiunge gli ascoltatori, anche quelli che non condividono le sue posizioni. È accaduto anche per l’informativa in Parlamento dedicata all’illustrazione dei programmi e delle scadenze del governo per “i mille giorni”.

Renzi non ha deluso le attese anche perché ha ricordato senza infingimenti gli scarsi risultati raggiunti e il grande lavoro ancora da compiere. Il governo non intende però rinunciare agli obbiettivi che si è proposto al fine di cambiare in meglio la società italiana, superando ingiustizie e ritardi che penalizzano da troppo tempo il Paese. L’Italia è un grande Paese- ha ripetuto più volte il presidente del Consiglio- ed il governo ha questo obbiettivo come stella polare ben fissa del suo percorso riformatore.

Vale in analoga misura per i nodi strutturali dell’Italia, come per il suo ruolo e collocazione in Europa. Serve un mutamento profondo per la crescita e la lotta alla disoccupazione. È la sfida indispensabile verso le istituzioni europee nell’interesse della stessa Ue e del suo ruolo. Purtroppo la crisi colpisce tutta l’eurozona e l’Italia in misura maggiore. I dati Ocse ne sono dolorosa conferma e richiedono una capacità di reazione del governo più forte e più efficace. C’è inoltre un secondo buco nero che ferisce la politica, il nostro sistema istituzionale e democratico. La mancata elezione di due giudici costituzionali ed il mancato completamento del Csm. Si tratta di una ferita grave che riguarda le due istituzioni di garanzia previste dalla Carta Costituzionale e che per responsabilità della politica, dei suoi protagonisti, non consente al Parlamento di assolvere una sua funzione così rilevante.

Evidentemente Renzi che è contemporaneamente segretario del maggiore partito avverte questo limite e questa grave difficoltà che potrebbe riflettersi anche nel cammino parlamentare degli importanti provvedimenti che il governo proporrà per l’approvazione a cominciare da quello sul lavoro.

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