Nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri natalizio sono presenti il Jobs Act e l’Ilva . Si discuterà infatti dei decreti attuativi del Jobs Act nella parte in cui si avvierà il superamento dell’articolo 18, col reintegro escluso anche per licenziamenti disciplinari ingiustificati.
Secondo la legge Prodi-Marzano l’Ilva entrerà in amministrazione straordinaria. In pratica tornerà pubblica per essere risanata e poi venduta ai privati.
Si discuterà sugli indennizzi economici, che sostituiranno nella gran parte dei casi di risoluzione illegittima del rapporto di lavoro il reintegro dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Poi verrà affrontata la questione degli ammortizzatori sociali: i primi decreti attuativi del Jobs act sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti “Con il Jobs act sarà più facile assumere, non licenziare”, torna ad evidenziare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ribadendo anche che le nuove regole si applicano soltanto ai nuovi assunti “quelli che hanno già un contratto mantengono lo Statuto del passato”, per loro, per i quali oggi “avere un contratto a tempo indeterminato sembra una chimera, il sistema sarà più semplice e flessibile”.
Si è dunque al rush finale, con le ultime limature, per i primi decreti attuativi del Jobs act insieme alla delega fiscale ed al decreto “importantissimo” per l’Ilva di Taranto, come indicato nella road-map del premier Matteo Renzi.
Se parliamo delle imprese oltre i 15 dipendenti, al momento si continua a discutere dell’opzione del range 3-6 mesi di retribuzione già individuato per fissare l’asticella minima, si indichi quale punto di caduta 4 mesi: un minimo valido nella prima fase del rapporto di lavoro, ricordiamo che dal 2015 partiranno gli sgravi triennali per le nuove assunzioni stabili per evitare che le imprese possano trarre benefici da assunzioni e licenziamenti precoci. Poi si sta ragionando sull’indennizzo se aumenterà di una mensilità e mezzo o due per ogni anno di lavoro, fino ad un massimo di 24 mensilità. Non è del tutto escluso che questi tetti possano essere ritoccati. La Cisl, continua a chiedere che si salga a 6-30. Da definire anche l’opting out, la possibilità cioè per il datore di lavoro, a fronte della condanna al reintegro per il licenziamento ingiustificato, di scegliere comunque di pagare l’indennizzo ma più alto.
Sulle critiche riguardo le modalità di approvazione del testo del Jobs act, “anziché essere solo scritto dal Governo con la mano destra, riteniamo debba anche essere scritto con quella sinistra”, afferma invece il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), che nel pomeriggio ha incontrato Poletti.
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Argomenti: matteo renzi
