Sergio Cofferati ha annunciato la sua uscita dal partito democratico. Lo ha fatto durante la riunione del Partito democratico convocata dal segretario regionale Giovanni Lunardon e quello genovese Alessandro Terrile.
L’incontro, fra Sergio Cofferati e i suoi sostenitori è stato un tentativo di persuadere l’ex sindaco di Bologna a non rompere con partito dopo le polemiche sulla sconfitta alle primarie regionali.
Ma nulla è servito: “Esco dal Pd e fonderò una mia associazione non chiedo a nessuno di seguirmi”.
“Sosterremmo convintamente Cofferati, ma non intendiamo tirarlo per la giacchetta. Certo se lui vorrà, saremmo entusiasti di portare avanti la sua candidatura» a governatore della Liguria”, ha dichiarato Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale Sel.
Ma l’ex leader della Cgil ha detto che non si candiderà come presidente della Regione: “Sosterrò chi dimostra certi valori”, ha concluso.
Sono state annullate dall collegio dei garanti le votazioni di 13 dei 300 seggi liguri. Cofferati : “Nei 13 seggi io solo ho presentato ricorso, e bisogna aggiungere che oltre questi 13 seggi ve ne sono alcuni in cui sta indagando la procura o di cui si sta occupando l’antimafia. Le primarie di Napoli furono invalidate per contestazioni riscontrate in tre seggi. Purtroppo ho avuto la conferma di tutti i peggiori sospetti che avevo. So della partecipazione anomala di povere persone straniere istruite su come votare, in alcuni casi di parla addirittura di denaro. Ma il fatto più grave è l’inquinamento che si è avuto attraverso il voto sollecitato e ottenuto di esponenti del centrodestra”.
Ha comunque sottolineato: “Non mi dimetterò da eurodeputato perché sono stato eletto dai cittadini. È il Pd che ha avuto il vantaggio del voto dei cittadini perché alle elezioni europee ci sono le preferenze e io ne ho preso 120mila voti. Rispondo a quei cittadini. È una decisione per me difficile e dolorosa – ha aggiunto Cofferati – perché sono uno dei 45 fondatori del Pd. Vi lascio immaginare con quale fatica sono arrivato a questa conclusione”.
“Una parte in cui ci sono fascisti non pentiti interviene in casa dell’altro per proporre o imporre un modello di governo, non mi sorprende che lo proponga quella parte, inaccettabile è il silenzio del mio partito”, parlando della campagna pro Paita fatta da esponenti del centrodestra.
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Argomenti: matteo renzi