Il 12 marzo è successa una cosa di molto rilievo: il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge della massima importanza sulla scuola. Ma c’è chi ritiene che a questa iniziativa di cambiamento manchi un’idea. Ecco cosa ne pensa Luigi Berlinguer, presidente Comitato per la Musica sul Ddl buona scuola.
Secondo lei è vero?
Non è vero. Chi obietta questo è ancorato ad una scuola che non esiste più, soprattutto nei paesi evoluti e vuole in particolare conservare una scuola selettiva, di classe. Il disegno di legge, invece, interpreta una grande novità sociale. La scuola di qualità per tutti e per ciascuno.
Nel testo di legge si parla molto di autonomia, perché questa parola fa così paura?
La vituperata autonomia scolastica, vituperata dai nostalgici dell’ipercentralismo statalistico per fortuna tramontato nei paesi più evoluti d’Europa, è la chiave di volta del cambiamento, lo strumento per trasformare la scuola di élite e di classe nella scuola per tutti.
Qual è la parte più rivoluzionaria della riforma?
Ma uno dei dati rivoluzionari della misura adottata è l’attenzione all’arte come componente educativa essenziale nella formazione umana. La vecchia scuola logocentrica aveva perpetrato il crimine di escludere l’arte da componente essenziale dell’educazione. Finalmente oggi la musica entra da signora nella nostra scuola: la musica per tutti, l’apprendimento pratico dello strumento o l’educazione della voce, fin dalla più tenera età.
Il provvedimento prevede l’istituzione di maestri specialisti che accompagneranno questo profondo cambiamento: vi assicuro sarà un’altra scuola.
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Argomenti: matteo renzi