“I nuovi schiavisti finanziano anche il terrorismo. E il loro business criminale vale ormai il 10 per cento del Pil libico”.
Sono le parole del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha sottolineato che «c’è l’impegno dell’Italia a costruire consenso su azioni mirate di contrasto ai trafficanti di esseri umani. Dobbiamo sì rafforzare l’impegno europeo su monitoraggio e salvataggio, ma l’ultima tragedia è avvenuta non perché mancassero i soccorsi», ma perché “i trafficanti avevano stipato un’ imbarcazione non in condizione di tenere il mare”. Gentiloni ha chiesto nuovamente il sostegno europeo e ha spiegato che “stiamo lavorando su tre punti, ossia un contrasto deciso contro gli organizzatori del traffico di esseri umani”, su Triton e “il terzo, Dublino, la gestione dell’accoglienza: per reggere, il nostro sistema ha bisogno di un rilevante impegno europeo” altrimenti non riusciremo a identificare i migranti.
“Non è una minaccia ai nostri partner, ma un rischio che corriamo e spero che tutti capiscano che per evitarlo serve un contributo economico Ue importante”. Quanto alla possibilità di embargo sul petrolio libico, a suo giudizio, “non sarebbe geniale chiudere l’unico piccolo rubinetto legale che bisogna piuttosto preservare, e l’Italia ci sta lavorando con gli Usa e gli altri paesi, per evitare che anche la Banca centrale finisca per essere distrutta e spartita tra le fazioni”.
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