Italicum: i due referendum proposti da Civati
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Italicum: i due referendum proposti da Civati

Il deputato ex Pd chiede alla Consulta di abrogare i capilista bloccati, le multi-candidature e l'assegnazione del premio di maggioranza

Italicum: i due referendum proposti da Civati
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13 Maggio 2015 - 18.45


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Pippo Civati, deputato ex Pd, ha preparato due quesiti referendari sull’Italicum, tecnicamente ammissibili da parte della Corte costituzionale, che abrogano due punti della riforma: i capilista bloccati e le multi-candidature il primo, il secondo turno per l’assegnazione del premio di maggioranza l’altro. Civati illustrato le due proposte durante un convegno.

“Sono pronti – ha detto – e li metto a disposizione dei partiti e di quanti si sono opposti all’Italicum”. “Innanzi tutto oggi Renzi ha smentito l’apertura sul Senato elettivo. Questo e’ il gioco delle tre carte: per far approvare l’Italicum ci dice che si puo’ cambiare la riforma del Senato, ma appena l’Italicum e’ stato approvato, spariscono le modifiche alla riforma costituzionale”.

Insomma un atteggiamento che “rafforza le ragioni dei referendum”. Civati non ne propone uno totalmente abrogativo, che molti esperti hanno giudicato non ammissibile da parte della Corte costituzionale, bensi’ due parzialmente abrogativi, che modificano quindi due parte dell’Italicum. Per quanto riguarda il primo quesito, che abroga dall’Italicum i capilista bloccati e le multi-candidature (la riforma ne permette fino ad un massimo di 10), Civati ha spiegato: “io ero per i collegi uninominali, e non per le preferenze che sono state introdotte da Renzi in Senato; cosi’ ora abbiamo sia le preferenze che i nominati; almeno questi ultimi eliminiamoli”.

Il secondo quesito abroga la previsione di un secondo turno per assegnare il premio di maggioranza se nessun partito raggiunge il 40% al primo. La legge che ne uscirebbe in caso di approvazione di questo quesito referendario, prevederebbe che se nessun partito raggiunge il 40% al primo ed unico turno, i seggi verrebbero ripartiti con un proporzionale puro e quindi nessun partito avrebbe la maggioranza”. Secondo Civati i problemi organizzativi di racconta delle firme sono secondari: “Io metto a disposizione questi quesiti ai partiti e a quanti si sono opposti all’Italicum. Se c’è un riscontro politico e i partiti lo sostengono allora non ci sono problemi né organizzativi né di numeri. È chiaro che Civati da solo non fa un referendum: non sono pazzo a pensarlo. Lo capiremo nei prossimi giorni – ha concluso – se ci sono le forze che si vogliono imbarcare in questa battaglia”.

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