Finisce 5 a 2, ma Renzi non festeggia
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Finisce 5 a 2, ma Renzi non festeggia

Il Pd perde la Liguria. De Luca vince in Campania. Zaia trionfa in Veneto. Crolla l'affluenza: ha votato solo il 52%. Crolla Fi, bene il M5s.

Finisce 5 a 2, ma Renzi non festeggia
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1 Giugno 2015 - 08.58


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Alla fine la partita politica nelle elezioni regionali è finita con il risultato di cinque a due: il centrosinistra si è affermato in Toscana, Marche, Puglia, Campania e, dopo un testa a testa durato tutta la notte, Umbria. Il centrodestra ha trionfato in Veneto dove il leghista Luca Zaia con il 50,5% ha “doppiato” la rivale, Alessandra Moretti, che si è fermata al 22,7%. Ma la vera sorpresa di questa tornata elettorale è arrivata dalla Liguria dove a vincere è stato l’azzurro Giovanni Toti. Il consigliere politico a ottenuto il 34,7%, seguito dalla Dem Raffaella Paita e dalla M5S Alice Salvatore, giunta terza, e Luca Pastorino, candidato della sinistra, quarto.

Salvini: Renzi stiamo arrivando. “Per me inizia il difficile, perché il triplo dei voti significa il triplo di responsabilità”, ma “io voglio andare a vincere a livello nazionale, non mi interessa partecipare”. Così il leader leghista Matteo Salvini ha commentato su Radio Padania il risultato del voto. Su Facebook ha poi aggiunto: “Renzi, stiamo arrivando”, confermando che adesso il suo prossio obiettivo è la leadership del centrodestra.

Campania a De Luca. In Campania, quando sono state scrutinate 5.248 sezioni su 5.835, Vincenzo Caldoro ha raggiunto il 40,9%, mentre il candidato del centrodestra, Stefano Caldoro, sempre vicino all’avversario si è attestato al 38,2% delle preferenze.

M5s: caos istituzionale con la vittoria di De Luca. Secondo il M5s, l’elezione a presidente della Campania di Vincenzo De Luca porterà “caos istituzionale” e una regione senza presidente.
A ribadirlo all’alba, il vicepresidente della Camera Luigi di Maio e il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Roberto Fico. “Se sarà eletto De Luca – ha detto Di Maio – ci sarà caos istituzionale tra pochi giorni e la colpa è di Matteo Renzi”. Per Fico, “con De Luca la Campania non avrà un presidente. E’ impresentabile e doveva essere anche incandidabile”; una situazione che è “un’assurdità dei partiti politici che pur di andare avanti candidano persone che non possono essere presidente”.

Pd: malumori per la sconfitta in Liguria. Nonostante le cinque regioni portate a casa, si sono già registrati i primi malumori nel Pd, soprattutto in Liguria dove il partito di Renzi ha perso dopo aver allontanato la minoranza dem. “Il cinico disegno di Cofferati, Civati, Pastorino si realizza compiutamente”, ha commentato la candidata del Pd Raffaella Paita, quando si è capito che lo scrutinio avrebbe consegnato la regione al centrodestra. Del resto Matteo Renzi, durante i comizi, aveva avvertito che il Pd avrebbe pagato con la sconfitta questa scissione. Nel Pd si è subito acceso lo scontro con accuse reciproche per questa sconfitta. Debora Serracchiani ha spiegato: “Siamo soddisfatti per la Campania, ma amareggiati per la Liguria. E’ evidente a tutti all’interno del Pd che le scelte di qualcuno hanno fatto vincere il centrodestra”.


Serracchiani e Guerini: la sinistra divise perde in Liguria.
Sulla sconfitta in Liguria i vertici del Pd hanno puntato il dito contro la sinistra che ha scelto di appoggiare la Lista Pastorino, disperdendo – secondo i dem – il 9,4% dei consensi che avrebbero permesso alla sinistra di conquistare agevolmente la vittoria. “Ovviamente ci amareggia il risultato della Liguria”, ha dichiarato la vicesegretaria Debora Serracchiani in conferenza stampa. Una sconfitta, ha sottolineato, che c’è stata “anche a causa della divisione del Pd e di una sinistra che ha ritenuto piu’ utile far perdere il Pd piuttosto che continuare un’amministrazione di centrosinistra”. Comunque il risultato delle regionali “ci colloca con chiarezza e determinazione nella prospettiva del 2018”. L’altro vicesegretario, Lorenzo Guerini, ha accettato il responso delle urne e ha spiegato: “Perdiamo in una regione e perdiamo perchè un pezzo di centrosinistra, per costruire nuovi equilibri politici, qualcuno ha consegnato quella regione alla destra. Ora serve fare una riflessione”.

Exploit del M5s. Il movimento di Grillo e Casaleggio, nonostante abbiano perso dei voti rispetto alle precedenti elezioni europee, non erano mai andati così bene come questa volta nelle elezioni amministrative. M5s si è confermato il secondo partito a livello nazionale e in molte aree del paese ha superato il Pd.

In calo l’affluenza. A vincere è stata anche l’astensione: sul fronte dell’affluenza il dato – definitivo – si è fermato al 52,2% degli aventi diritto. Una percentuale su cui riflettere che testimonia, se ce ne fosse ancora bisogno, la disaffezione degli italiani nei confronti della politica. Nel dettaglio delle singole regioni, la partecipazione più bassa si rileva in Liguria col 50,67 per cento (in calo di 10 punti). A seguire c’è la Campania col 51,93 per cento (-11 punti percentuali rispetto alla tornata precedente).



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