E’ Salvini, alla fine, che ruba voti un po’ a tutti. Secondo l’istituto triestino il Partito democratico rispetto alle Europee 2014 ha perso l’11,5 per cento dei voti: la maggior parte (il 7,5) verso l’astensione, il 2,5 a favore del M5s, l’1,5 a partiti di sinistra e l’1 per cento a favore della Lega Nord. Recupera, tuttavia, qualcosa dall’astensione: l’1 per cento. Forza Italia rispetto allo scorso anno lascia il 4 che è il risultato di un leggero guadagno dall’astensione (2 per cento) e una fuoriuscita di voti dall’astensione e dalla Lega (in entrambi i casi il 3 per cento). I Cinque Stelle, secondo Swg, calano del 5,8 per cento: incassano il 2,5 a scapito del Pd, ma vengono sfavoriti da liste civiche (3 per cento), Lega Nord (2) e astensione (3,3). Per finire, come detto, è proprio la Lega il partito che va in bilancio positivo (+9,7 per cento rispetto al 2014): per il 3 prende da Forza Italia, per il 2 dai Cinque Stelle, per l’1 per cento dal Pd e per il 3,7 dall’astensione.
Mentre per quanto riguarda le intenzioni di voto: il Pd resta di gran lunga il primo partito con il 35 per cento (meno 2,5 in 20 giorni). A seguire ci sono M5s con il 20,7 (più 2,5), Lega Nord con il 16,1 (più 2,,2), Forza Italia con il 13,9. Supererebbero la soglia di appartenenza anche il Nuovo Centrodestra (3), Fratelli d’Italia (4) e Sel (3,4). Da segnalare che l’Italicum prevede una corsa tra partiti e non tra coalizioni. Tuttavia se il centrodestra si unisse contro il centrosinistra metterebbe insieme il 37 per cento dei voti. Il Pd, qualora si unisse a Sel, non andrebbe oltre il 38,4.