«Non è un partito auto-referenziale» ma un «movimento, che promuove battaglie referendarie, adesioni territoriali e rapporti con le liste civiche. Dobbiamo provare a cambiare la sinistra, non è uno spazio minoritario questo, è talmente grande da far paura. Noi dobbiamo organizzare chi non si sente rappresentato, chi è deluso da questo centrosinistra che in realtà è sempre più centro-destra». Così Giuseppe Civati, sottolinea alcuni punti chiave di ‘Possibile’, nuovo movimento lanciato oggi a Roma dal deputato ex Pd.
«Sullo sfondo c’è la Coalizione sociale con cui vogliamo discutere, ragionare, c’è un pezzo di grillismo un po’ più responsabile, di quelli che per una volta si vogliono alleare senza dire ‘no a tutti senza far differenza», spiega Civati a margine dell’assemblea fondativa del movimento alla quale seguirà una campagna di tesseramento che si concluderà ad ottobre, quando sarà approvato anche lo Statuto di Possibile. E a chi gli chiede se qualcuno, dal Pd, possa confluire in futuro in Possibile Civati replica: «qualcuno, nel Pd, continuerà ad uscire» dal partito. E tra i partecipanti all’iniziativa, organizzata in un gremito circolo Arci non lontano dalla via Appia, figurano diversi parlamentari di Sel – da Adriano Zaccagnini a Michele Piras fino a Celeste Cosentino – l’ex Pd e candidato alla presidenza della Regione Liguria Luca Pastorino, il deputato Dem Stefano Fassina, il senatore ex M5S Francesco Campanella e il segretario di Rifondazione Comunistta.
«Ho molto rispetto per Marino, disprezzo gli attacchi di Renzi». Lo afferma Giuseppe Civati a margine dell’assemblea fondativa di Possibile, organizzata oggi a Roma al circolo Arci ‘Pinispettinatì. E sul rapporto di Fabrizio Barca sui circoli romani, Civati chiede all’ex ministro «chi siano i responsabili. I circoli romani non si sono inquinati da soli, bisognerebbe sapere chi li ha inquinati».