Progetto Renzi: Verdini nel Pd
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Progetto Renzi: Verdini nel Pd

Dopo aver tagliato a sinistra manovre per portare al governo l'ex braccio destro di Berlusconi

Progetto Renzi: Verdini nel Pd
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12 Luglio 2015 - 11.26


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Le voci giravano da tempo, anzi da anni. I profondi conoscitori della politica fiorentina raccontavano da sempre che Matteo Renzi fosse un pollo da batteria di Loris Verdini. Poi uno nel Pd e l’altro grande manovratori di Forza Italia e le voci si erano affievolite. Ora dallo stesso gruppo dei verdiniani arrivano i commenti: il progetto è quello di far entrare Verdini e i suoi prima in maggioranza e poi al governo. Con una clamorosa idea di fondo: Verdini e la sua pattuglia di sedicenti liberali potrebbero esntrare nel Pd che nel frattempo sta perdendo pezzi a sinistra. Di nuovo l’idea del partito della Nazione.

D’Anna esce allo scoperto – “Entro fine mese costituiremo con Verdini il gruppo al Senato con cui sosterremo le riforme di Renzi. Ed entro l’estate costituiremo una bella associazione. Stiamo facendo un’operazione politica seria, non cerchiamo posti di governo o sottogoverno, per ora”. Lo ha detto il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Gal.

“Se Renzi lascia la sua sinistra interna e massimalista al suo destino, a destra Forza Italia sarà inghiottita tra Salvini e i lepenisti. A quel punto, con Verdini, siamo pronti a entrare nel grande partito riformista del centrosinistra renziano”, ha aggiunto.

“Puntiamo a stare con Renzi, se Renzi abbandona la sinistra che lo ostacola”. C’è qualche ipotesi per il nome del gruppo, “si parla di ‘Azione liberale’ oppure di ‘Azione liberale per le autonomie'”. Al Senato, dice D’Anna, “partiamo da dodici, forse tredici. Firmeremo un manifesto che conterrà la nostra piattaforma politica. E, da settembre, cominciamo un’opera di proselitismo politico vero e proprio. Dopo la riforma della Costituzione, pensiamo alla riforma della giustizia penale, a quella della sanità, alla legge elettorale”. L’Italicum? “Vediamo cosa succederà. La politica, e non lo dico io, è l’arte del possibile”.

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