di Emanuele Conegliano
Ecco alcuni titoli presi dal notiziario di Globalist delle sole ultime settimane:
Maestro di musica molesta sessualmente una bambina di 11 anni.
Bidello fa sesso con una rifugiata di 16 anni approfittando che fosse sola in Italia e spaesata.
Professore a Palermo violenta una alunna.
A Roma arrestato un pedofilo seriale per abusi su una bimba di 19 anni;
A Sassari arrestato uno zio orco che aveva abusato della nipote di 11 anni.
A Firenze arrestato un ginecologo che si approfittava delle pazienti.
Abusi sessuali contro due adolescenti: ex parroco condannato a 6 anni.
Reggio Calabria, ha tentato di violentare alcune migranti: arrestato un operatore.
Vicende che vedono protagonisti violentatori italiani e, in alcuni casi vittime straniere.
E poiché non c’è di mezzo il ‘negro’, l’islamico, il romeno o qualche categoria politicamente comoda al signor Salvini, non si ha sentore di urla e strepiti del nipotino padano della Le Pen.
Violenze, abusi, molestie e qualsiasi angheria contro le donne (e in generale contro i più indifesi) sono sempre da condannare senza se e senza ma. Non esistono stupri di serie A o di serie B a seconda della carta d’identità o del passaporto del violentatore.
Utilizzare la categoria della razza – e quindi lo strumento del razzismo – per usare un fatto di cronaca per fomentare campagne di odio contro gli stranieri è qualcosa di repellente e di mostruoso.
E’ una violenza al buon senso e alla civiltà. Del resto se siamo in un paese in cui per fare cassetta si regala vergognosamente Mein Kampf di cosa ci meravigliamo se dalla bocca di qualcuno escono queste schifezze?
Argomenti: matteo salvini