L'Alde chiude le porte in faccia a Grillo: siamo troppo diversi
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L'Alde chiude le porte in faccia a Grillo: siamo troppo diversi

Il capogruppo Verhofstadt: non ci sono sufficienti garanzie per una agenda comune. Grillo: è colpa dell'establishment

Il capogruppo dell'Alde Verhofstadt
Il capogruppo dell'Alde Verhofstadt
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9 Gennaio 2017 - 18.49


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Colpo di scena. I grillini non volevano e l’Alde pure. Questo matrimonio non d’ha da fare. E adesso è venuta la parola fine. Infatti è stato lo stesso Alde e rifiutare l’accordo tra Verhofstadt e Grillo. Il capogruppo dell’Alde ha annunciato non voler più siglare l’alleanza con il M5S. “Sono arrivato alla conclusione che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un’agenda comune per riformare l’Europa” ha dichiarato l’ex premier belga aggiungendo che “non c’è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del Movimento 5 Stelle di unirsi al gruppo Alde”. “Rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave”.
E adesso che farà Grillo dopo aver fatto votare i suoi sul blog? Vedremo.
Alde uno spiraglino lo ha lasciato. “Tuttavia – ha concluso Verhofstadt – nelle questioni degli interessi condivisi, come l’ambiente, la trasparenza e la democrazia diretta, il gruppo Alde ed il Movimento 5 Stelle continueranno a lavorare strettamente insieme”. Ma niente accordo.

La reazione del M5S non si fa attendere, affidando la dura risposta alla ‘bocciatura’ dell’Alde al blog di Grillo “L’establishment – si legge – ha deciso di fermare l’ingresso del MoVimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo. Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma”.

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“Tutte le forze possibili – prosegue il Movimento – si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima. Grazie a tutti coloro che ci hanno supportato e sono stati al nostro fianco. La delegazione del MoVimento 5 Stelle in Parlamento Europeo continuerà la sua attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il Ddm (Direct democracy movement)”.

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