Anzaldi (Pd) contro la Rai: un quadro corruttivo ai limiti del mafioso
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Anzaldi (Pd) contro la Rai: un quadro corruttivo ai limiti del mafioso

Così il parlamentare del Pd segretario della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulle assegnazioni irregolari di appalti.

Anzaldi (Pd) contro la Rai: un quadro corruttivo ai limiti del mafioso
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1 Febbraio 2017 - 18.43


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“Un quadro di carattere corruttivo ai limiti del mafioso”. Il parlamentare del Pd, Michele Anzaldi, segretario della Commissione Parlamentare di Vigilanza, va giù pesante guardando a Rai e dintorni. “Dalle carte dell’inchiesta su assegnazioni irregolari di appalti in Rai – dice – emerge un quadro di carattere corruttivo ai limiti del mafioso. Nelle indagini e’ coinvolto anche lo scenografo di Sanremo, assegnatario di decine di incarichi all’anno pur essendo un esterno. Che aspetta la Rai a fare chiarezza?
A quanto ammontano gli appalti affidati esternamente anche per questioni inerenti le luci, le scenografie, i materiali di scena?
Perché la Rai non può gestire questi incarichi internamente e li affida all’esterno, con la conseguenza che aumentano i rischi di corruzione?”.
Michele Anzaldi torna a puntare i riflettori sulle anomalie di viale Mazzini commentando gli articoli del quotidiano La Verità, che riferisce di un coinvolgimento di Riccardo Bocchini, scenografo e architetto del Festival di Sanremo, nell’inchiesta sui fratelli Biancifiori. “L’inchiesta – ricorda il quotidiano – è partita nel dicembre 2015, riguarda diverse produzioni della Rai e conta 52 indagati, tra cui dirigenti sospesi o allontanati dalla tv pubblica”. “Di fronte a questi rischi – riflette Anzaldi – l’azione dei vertici Rai si rivela sempre più deludente. Sono ormai trascorse settimane dall’addio del responsabile Anticorruzione Gianfranco Cariola. Ancora non è stato sostituito, questa delicata funzione è in mano a un interim, e per l’avvicendamento si parla ancora una volta dell’arrivo di un manager esterno. Peraltro proprio sulle procedure di trasparenza la Rai dei mega stipendi tagliati solo grazie ad una norma del Parlamento sta dimostrando di non tenere in alcun conto pronunciamenti e sentenze dell’Anac di Cantone, del Tribunale dei lavoro di Roma, oltre alle numerose proteste in ambito parlamentare e sindacale. Il comunicato dell’ultimo Cda ha addirittura aggravato la situazione.Nella proposta di aggiornamento del Piano Anticorruzione, la dirigenza di Viale Mazzini ha inserito ben 55 posizioni organizzative esenti dalle procedure normali di selezione interna”. “In pratica – sottolinea Anzaldi – tutte le figure apicali saranno esenti dal job posting, sebbene su questo ci siano state dichiarazioni molto chiare di Cantone. A questo punto il job posting per chi rimane? Solo per capiredattori e vicecapiredattori? Chiederò via pec all’Anac di valutare il nuovo Piano Rai e di dire se sia compatibile”.

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