Rossi: serve un partito partigiano che stia con i lavoratori
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Rossi: serve un partito partigiano che stia con i lavoratori

Ha preso il via la manifestazione della minoranza Pd a Roma. Guerini attacca: 'Ultimatum irricevibili'. Speranza: 'Mi ha chiamato Renzi, ma se non consapevolezza, nuovo inizio'.

Enrico Rossi, Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani
Enrico Rossi, Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani
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18 Febbraio 2017 - 12.20


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È una vigilia di assemblea Pd consulsa, piena di contatti e dichiarazioni, maggioranza renziana da una parte e minoranza dall’altra, con i pontieri all’opera.

Ha preso il via la manifestazione della minoranza Pd a Roma. E lo ha fatto sulle note di Bandiera Rossa al teatro Vittoria. A presentare la manifestazione Peppino Caldarola mentre in platea siedono Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani, Michele Emiliano, Roberto Speranza, Enrico Rossi. Sala gremita e applausi sulle note di Bandiera Rossa sia alle immagini di Star Wars con la celebre frase: “Devi sentire la forza intorno a te”. “Quell’ astronave dobbiamo tirarla fuori, e’ la sinistra”, chiosa Caldarola. Oltre ai big della minoranza, molti parlamentari Pd di varie correnti, dai bersaniani ai giovani turchi.

LEGGI: Emiliano: “Ho convito Renzi a sostenere Gentiloni fino al 2018”

Michele Emiliano, che questa mattina su facebook aveva detto di aver sentito Renzi e di averlo convinto a sostenere Gentiloni fino al 2018, dal palco della manifestazione della sinistra a Roma chiede di non costringere con argomenti capziosi questa comunità (la minoranza, ndr) ad uscire dal Pd. “Noi speriamo di non dover dire cose drammatiche nelle prossime ore ma se dovesse essere necessario non avremo paura. Non costruiremo un soggetto avversario del Pd ma non aspetteremo altro che ricostruire questa comunità. Tutto questo, però, è evitabile, lo voglio dire ancora”. 

Rossi. Dal palco, il governatore toscano e candidato alla segreteria Enrico Rossi ha chiarito che “se si pensa di fare un congresso in poche settimane, una una conta per riconsegnare la guida del partito al segretario noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire la sinistra o che finisca per non contare nulla la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuole capire”.

“Siamo mossi da un’inquietudine verso il presente – questo virus non ce l’ha tolto ancora nessuno – e dall’inquietudine che il nostro partito ci suggerisce. Il nostro nemico sia chiaro è la destra, mondiale e italiana. Occorre una svolta politica, un partito partigiano che sta dalla parte del lavoro e dei lavoratori: da qui dobbiamo ripartire”.

Il Pd non può essere identificato con il “sistema”, bisogna smetterla di “esaltare Marchionne” e stare “in modo netto dalla parte del lavoro”.

La sinistra Pd non ci sta ad un congresso che serve solo a “riconsegnare il partito” a Matteo Renzi. Lo ha detto Enrico Rossi parlando all’iniziativa della minoranza del partito a Roma. “Ci si chiede di fare un congresso – per modo di dire – in poche settimane. Una conta per riconsegnare nel più breve tempo possibile la guida del partito al segretario. Noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra. Se si pensa di abolire la sinistra, o se si vuole che essa finisca per non contare nulla, la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuol capire”.
“Io – ha aggiunto il governatore toscano – credo che il governo deve essere sostenuto e messo in condizioni di lavorare fino alla scadenza della legislatura. Penso che la conferenza programmatica proposta dal compagno Orlando si debba fare”.

Ha avvertito Rossi: “Non siamo disposti a partecipare ulteriormente alla trasformazione del Pd nel partito di Renzi”. E se l’obiettivo è fare ciò che “Macron sta facendo in Francia”, con una politica “neo-reganiana, questa forza non sarebbe il Pd. La spaccatura sarebbe nei fatti”.

“Non è una questione di date. Ma di democrazia. Noi non siamo disposti a partecipare ulteriormente alla trasformazione del Pd nel partito di Renzi. Se il segretario vuole fare in Italia cio’ che Macron sta facendo in Francia, accentuando ulteriormente il carattere lideristico, questa forza non sarebbe piu’ il Pd. La spaccatura sarebbe nei fatti e a fare la scissione sarebbero gli elettori di sinistra. Se poi si pensa che fatta questa operazione, si devono fare alleanze con Alfano, Forza Italia e Verdini, lo dico con chiarezza, noi non ci stiamo”. Cosi’ Enrico Rossi, aprendo la riunione della sinistra al teatro Vittoria a Testaccio. 

Roberto Speranza nel suo intervento ha raccontato di aver avuto un colloquio con Matteo Renzi: ‘Mi ha cercato e ho parlato con lui, come giusto sia perché è il segretario. Gli ho chiesto se la vediamo solo noi la scissione che c’è già stata in parte del nostro mondo?. Se non c’è una presa di consapevolezza sarà normale un nuovo inizio. Se il congresso non è il tentativo di rimettere insieme un mondo ma è solo rivincita o plebiscito a me non interessa entrare”.

Massimo D’Alema nel mentre annuncia che domani non parteciperà all’assemblea del Pd“, da Dario Franceschini arriva un appello per evitare la scissione: “I margini di trattativa ci sono sempre, dipende dalla volontà delle persone e sopratutto dobbiamo sapere che il Pd non è proprietà di alcuni capi che litigano tra di loro”.

La replica di Guerini. “Il sostegno totale del Pd al governo Gentiloni c’è dal primo giorno. La scadenza finale della legislatura non è nelle disponibilità né di Renzi, né di Emiliano, né di altri”, afferma il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini.

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