Martina a Di Maio: "non conti su di noi, il Pd non si spaccherà"

Il segretario reggente dei Dem: "inaccettabile che si pensi che Lega e Pd siano intercambiabili"

Maurizio Martina
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10 Aprile 2018 - 08.08


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In attesa del vertice dei parlamentari del Pd sulle consultazioni per la formazione del governo e sulla linea del partito è tornato a parlare il segretario reggente Maurizio Martina. Lo ha fatto attaccando il M5s e ribadendo la linea dell’opposizione.
“Vale quanto abbiamo detto fin qui – ha detto Martina – e l’idea che il Pd sia intercambiabile con la Lega non sta né in cielo né in terra. Se Di Maio pensa di spaccare il Pd non ce la farà. Il Pd discute, ha punti di vista differenti, ma non ci facciamo comandare da qualcuno. Quello che contesto a Di Maio è che uno possa fare il pane in due forni e rischiare di bruciare tutto: per me infatti è inaccettabile che si pensi che Lega e Pd siano intercambiabili. Contano le coerenze programmatiche e di ideali. Non convince l’approccio che il primo che ci sta si governa. Non si governa così l’Italia”.
Martina ha poi parlato del futuro di Matteo Renzi e del Pd, in attesa dell’assemblea nazionale del 21 aprile che dovrà decidere se eleggere il prossimo segretario con il congresso o con le primarie.
“Non credo che il tema – ha affermato Martina – sia quello di andare oltre il Pd. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di formule divisive e di ennesimi contenitori. Il tema è il rilancio del nostro progetto, non è una questione di andare indietro o di andare oltre. Renzi è un’energia per questo partito e per il Paese. Abbiamo lavorato insieme, quando si governa è chiaro che si facciano anche errori ma questo non ci far venire meno alla consapevolezza che abbiamo fatto tanto. L’energia espressa in questi anni è un valore”.
“Il 21 aprile – ha proseguito Martina – noi ci confronteremo in maniera libera e nel pieno rispetto delle opinioni differenti. Mi sono candidato a segretario convinto che non sia un impegno che posso esaurire da solo, credo nella costruzione di una squadra, un gruppo, una collegialità. Non servono conte e divisioni, il 21 aprile sarà un passaggio di unità per ricostruire il progetto democratico, girando i territori. Non credo mai che queste esperienze possano essere sulle spalle solo di un leader”.

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