L'Arcigay sul nuovo governo: "la solita ignoranza omofoba"
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L'Arcigay sul nuovo governo: "la solita ignoranza omofoba"

Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay, si rivolge al premier: "così partiamo male: le famiglie arcobaleno non sono un'opinione, sono un dato di realtà"

Raduno famiglie arcobaleno
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2 Giugno 2018 - 14.44


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Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, si rivolge direttamente a Giuseppe Conte, dopo che in queste ore le prime esternazioni di Salvini e Fontana hanno messo bene in chiaro quali saranno le priorità di questo governo per quanto riguarda le famiglie arcobaleno: se il primo infatti ha decretato che “nel suo governo le famiglie ritorneranno ad essere composte da mamma e papà”, il secondo ha rincarato la dose dicendo (e sbagliando, non solo dal punto di vista morale ma proprio giuridico) che ‘per legge’ le Famiglie Arcobaleno non esistono.

“Il Presidente del Consiglio Conte metta i suoi ministri a lavorare, perché le parole, gli slogan, sono roba vecchia. E se sono parole omofobe e razziste sono pure tristi e imbarazzanti, perche’ tradiscono una grande ignoranza, la stessa ignoranza di sempre” ha detto Piazzoni, che continua: “”se c’era una cosa ‘moderna’ che la nostra Repubblica aveva messo in campo negli ultimi trent’anni era il ministero alle Pari Opportunita’. La sua assenza nella compagine di governo, assimila questo neonato mandato a quelli del vecchio pentapartito. Il premier vuole un governo del cambiamento? Allora assegni la delega alle Pari Opportunita’, investa sulle politiche dell’uguaglianza, risolva le diseguaglianze e le discriminazioni da cui il nostro Paese non e’ mai riuscito ad affrancarsi”.

“Il furore xenofobo di Matteo Salvini, il suo rimuovere, tra l’altro con parole e concetti piuttosto confusi, l’esistenza delle famiglie omogenitoriali e soprattutto dei loro figli e figlie; il ministro alla Famiglia che si aggrappa a quel singolare asfittico appiccicato al suo dicastero, promovendo l’invisibilita’ delle famiglie arcobaleno, che sono un dato di realta’ e non un’opzione; sempre Fontana che ci ripropone il refrain ‘ho tanti amici gay’, per poi subito dopo raccontarci che i gay in Belgio sono addirittura nelle istituzioni, strappandoci un’amara risata, perche’ per il ministro pare che i gay siano una popolazione d’Oltralpe, mentre le persone lgbti esistono dappertutto, anche in Italia, e hanno ricoperto, e ricoprono tuttora, ruoli istituzionali di primo piano, tanto in Parlamento quanto negli enti locali. E ancora: sempre il ministro alla Famiglia che ci ripropone la retorica dei figli come un destino per le donne, scordandosi che i figli sono certo una questione di welfare e di possibilita’, ma sono innanzitutto una scelta e un atto d’amore, non una produzione da incentivare per far impennare il pil”.”Ecco – conclude il segretario nazionale di Arcigay – chiediamo al premier, tutto questo in che modo e in che senso rappresenterebbe il cambiamento? Promettono il cambiamento e ci propinano l’antiquariato: caro premier, cosi’ si inizia proprio male”.

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