Conte al Senato parla per un'ora ma dimentica scuola e mondo della Cultura
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Conte al Senato parla per un'ora ma dimentica scuola e mondo della Cultura

Economia e ruolo nell'Ue nel programma del cambiamento: in testa reddito e pensione di cittadinanza, superamento della legge Fornero

Il premier Conte con il suo governo
Il premier Conte con il suo governo
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5 Giugno 2018 - 08.17


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“Non siamo affatto insensibili. Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno or sono. Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero. Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel discorso per la fiducia in Senato.

Standing ovation unanime di maggioranza ed opposizione nell’Aula del Senato quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha manifestato condanna per l’uccisione del sindacalista maliano Soumaila Sacko avvenuta in Calabria. Tutti i senatori, nessuno escluso, si sono levati in piedi per applaudire. E’ stata l’unica standing ovation unanime della giornata.

“Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini: le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo”.

“Intendiamo ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel discorso per la fiducia in Senato.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte terrà oggi in Parlamento il suo discorso. Una dichiarazione programmatica che servirà a presentare il “programma del cambiamento” con dentro tutti i temi forti del contratto di governo di M5s e Lega. Tra questi il reddito e la pensione di cittadinanza e il superamento della legge Fornero.
Il premier interverrà al Senato per le dichiarazioni programmatiche intorno alle 12. Alle 13 andrà quindi alla Camera per replicare l’intervento. La discussione generale, a Palazzo Madama, dovrebbe riprendere intorno alle 14.30. Secondo indiscrezioni di Repubblica Giuseppe Conte farà un discorso talmente europeista che potrebbe irritare la componente leghista. Da una parte infatti il premier insisterà su temi cari al M5s come semplificazione, deburocratizzazione per imprese e cittadini, rivoluzione digitale, norme anticorruzione con un particolare accento sulla parola “cambiamento”, dall’altro dovrà mantenere la promessa fatta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in sede di consultazioni, e dirà quindi che “l’Europa è la nostra casa”.
A Palazzo Madama, primo vero banco di prova, il nuovo governo può contare su 167 voti certi, 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta. In Senato infatti, ci sono 58 senatori della Lega e 109 del Movimento 5 stelle. In realtà, però, a votare la fiducia ci dovrebbero essere almeno altri 4 senatori, tra loro Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, senatori eletti nelle fila del M5S, gruppo al quale però non si sono poi potuti iscrivere per scandali di varia natura. Insomma, tutto fa brodo, anche il voto degli espulsi dal Movimento. Al Senato il gruppo di Fratelli d’Italia, che conta 18 senatori, si asterrà. In un primo momento era invece orientato verso il no alla fiducia. Ma, dopo gli ultimi contatti con Matteo Salvini, il partito di Giorgia Meloni ha cambiato linea e ha annunciato l’astensione. I voti contrari, di conseguenza, dovrebbero essere 61 da Forza Italia, 52 dal Pd, più alcuni componenti del gruppo Misto, come Emma Bonino.
Alla Camera, invece, l’esecutivo giallo-verde ha una maggioranza ben più ampia, con 346 voti a favore (222 deputati M5S e 124 leghisti). Sono 30, quindi, i voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta di 316. Anche qui i consensi potrebbero aumentare, sempre grazie ad alcuni deputati ex M5S e ad alcuni componenti del gruppo Misto. FdI – come al Senato – dovrebbe astenersi. All’opposizione, ancora una volta, ci saranno Forza Italia, Pd e LeU.

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