Il caso Puglia, dove vince la sinistra civica senza il Pd
Top

Il caso Puglia, dove vince la sinistra civica senza il Pd

Sette sindaci su 11 eletti sono di sinistra. Nessuno è dei Dem. E mentre il partito di Emiliano va i brandelli e la 'primavera pugliese' è archiviata, qui nasce un altro laboratorio politico da monitorare

Pizzarotti con i sindaci pugliesi di Acquaviva e Bitonto
Pizzarotti con i sindaci pugliesi di Acquaviva e Bitonto
Preroll

globalist Modifica articolo

26 Giugno 2018 - 12.34


ATF

Seconda puntata

 

 

di Michele De Sanctis

Un centrosinistra “civico” è risultato vincente in Puglia, lì dove si è caratterizzato con radicalità di proposte e candidati. Ecco spiegato il dato in controtendenza. Sette sindaci su 11 eletti sono in qualche modo un segnale di vitalità per la sinistra, anche a livello nazionale ma non del Partito Democratico. Nessun sindaco eletto è stato eletto direttamente tra le sue fila, la percentuale migliore l’ha presa a Barletta (11,3%) dove amministrava e ha perso al primo turno, ed è stato centrale nelle coalizione solo in tre casi (Brindisi, Altamura, Noci). A Conversano si è affermato al ballottaggio il candidato di Liberi e Uguali, proprio su quello sostenuto dai dem, mentre a Casamassima e Acquaviva hanno vinto i candidati di civiche di centrosinistra, con il Pd fermo al primo turno. A Mola di Bari il simbolo non era nemmeno sulla scheda elettorale.
Altre sorprese non sono mancate. Il M5S che alle politiche ha sbaragliato portando a Roma 28 deputati e 14 senatori, elegge il solo sindaco di Crispiano, comune di tredicimila abitanti in provincia di Taranto. Nemmeno a Brindisi, capoluogo con due sindaci finiti agli arresti e con l’ultima amministrazione travolta da una inchiesta per voto di scambio, il Movimento, che fa di onestà e legalità due delle sue parole chiave, è riuscito ad arrivare al ballottaggio, anzi è passato dal 52,05% delle politiche al 17,76% del 10 giugno.
Mentre ti ritrovi due sindaci, a Mola di Bari e Casamassima, che hanno aderito a Italia in Comune, la lista civica messa in piedi dal sindaco “dissidente”, Federico Pizzarotti. Il primo cittadino di Parma è stato in Puglia per sostenere in campagna elettorale anche i neo sindaci di Acquaviva, Altamura e Oria e può contare sul coordinamento regionale per il suo movimento del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio. Tutti esponenti politici con radici a sinistra ma orfani di una “cosa” che non c’è, e osteggiati dal Pd.
A poco vale il tentativo di Michele Emiliano di mischiare le carte. “Abbiamo vinto in 10 comuni su 11”, ha dichiarato ieri il Presidente della Regione attribuendo al centrosinistra anche i risultati in Comuni col Pd all’opposizione. In Puglia il suo partito è in brandelli. E le responsabilità sono soprattutto del Governatore, in crisi amministrativa e perenne ricerca di consenso e trasversalità, Non gli è bastato aver incluso storici esponenti di Forza Italia nel sottogoverno regionale, nominato il cognato del prematuramente scomparso assessore Salvatore Negro al suo posto per tenere dentro l’Udc. Questi e altri provvedimenti hanno messo in forte difficoltà i dem e portato gli esponenti di Liberi e Uguali fuori dalla maggioranza.
La vera partita, però, in Puglia si gioca nei prossimi due anni. Dopo 15 anni di governo del centrosinistra, di quella che fu definita la “Primavera Pugliese” non è rimasto più nulla. Nel 2019 ci sono le elezioni al comune di Bari e un anno dopo alla Regione. Il centrodestra punta a intercettare l’onda conservatrice che arriva da Roma ma è ancora troppo diviso e senza un vero leader. Fino al 4 marzo molti suoi esponenti risentivano le sirene e hanno perfino ceduto alle lusinghe di Emiliano. Ma adesso tutto è cambiato. Antonio Decaro e Michele Emiliano sanno bene di essere fortemente a rischio e che non basterà valorizzare i risultati della propria amministrazione contro chi farà leva sul bisogno di cambiamento.

 

Prima Puntata Dove il centrosinistra vince e perché: Teramo, Ancona, Iglesias, Lazio, III municipio Roma

Native

Articoli correlati