Conte sulla manovra diventa umile: "Ho chiesto aiuto a Bruxelles"
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Conte sulla manovra diventa umile: "Ho chiesto aiuto a Bruxelles"

Il presidente del consiglio assicura: "faremo le riforme, non torniamo indietro. Il problema è farle bene. La stabilità sociale è più importante di quella finanziaria"

Giuseppe Conte
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28 Novembre 2018 - 08.35


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Governo al lavoro per evitare la procedura d’infrazione da parte dell’Europa dopo la bocciatura della manovra italiana da parte della Commissione europea. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria spingerebbero per approvare in Cdm un calo del deficit al 2,2%. Tria sarà stamani in aula al Senato per illustrare le “le decisioni del governo in materia di bilancio”, dopo l’informativa richiesta dalle opposizioni in seguito alla bocciatura Ue della manovra.
E proprio sulla trattativa con Bruxelles arrivano le parole del premier. “La partita con l’Europa – ha affermato Conte intervistato dal Corriere della Sera – non sarà facile, lo so bene. Ho detto alla Commissione: ‘Aiutateci’. Ma le riforme le facciamo, non torniamo indietro. Il problema è farle bene. E se sarà possibile recuperare dei soldi, lo faremo, possibilmente destinandoli agli investimenti. Io non cerco alibi, ma non ne darò”.
Il premier ha precisato di avere avvertito il commissario Pierre Moscovici che “in società complesse come le nostre la stabilità sociale è più importante di quella finanziaria. Pensa alla tua Francia: prima avete avuto la rivolta delle ‘banlieues’, delle periferie. Ora avete la protesta dei ‘gilet gialli’. Sono segnali da non trascurare”.
“Io non sono sceso in politica – ha aggiunto Conte – come ultimamente disse qualcuno di sé. Io in politica sono salito, e ne sono consapevole. Perché ritengo la politica un’arte nobile, se messa al servizio del Paese”.
Della manovra italiana è tornato a parlarne anche il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. “La correzione sui conti – ha avvertito – deve essere consistente, tagliare il deficit dello 0,2% non basta”.

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