Salvini non riesce a darsi pace per le motivazioni della Cassazione, che ha dichiarato che Carola Rackete aveva “l’obbligo di prestare soccorso, obbligo che non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro”. Legittima quindi l’azione della Rackete, che ha forzato il blocco navale e tra l’altro la Cassazione ha anche affermato che la motovedetta della Guardia di Finanza non può essere considerata ‘nave da guerra’, dato che alla guida non c’era un comandante della Marina militare, ma un maresciallo delle Fiamme Gialle.
È proprio quest’ultimo punto che fa infuriare Salvini: “Voglio leggere bene questa sentenza della Cassazione perché se è vero quello che leggo, che si può speronare una nave della Guardia di Finanza con a bordo cinque militari della guardia di finanza, é un principio pericolosissimo per l’Italia e per gli italiani” spiega Salvini, che insiste a usare il verbo ‘speronare’ quando non c’è stato alcuno speronamento. La motovedetta non è stata colpita dalla Sea Watch, in alcun modo. Il rischio c’era, e infatti c’è un processo in corso.
“Un conto è soccorrere dei naufraghi in mare – ha aggiunto Salvini, ignorando platealmente la sentenza della Cassazione – che è un diritto dovere di chiunque, un conto e giustificare un atto di guerra. Se io in Germania speronassi una nave militare tedesca, penso che giustamente sarei messo in galera. Quindi me la leggerò. Se così fosse sarebbe un pericoloso precedente perché da domani chiunque si sentirebbe titolato a fare quello che non va fatto”.
Libertà di speronamento…….???????https://t.co/8FtLNPlHMz
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 20, 2020
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